All’ ICANN50, i governi non sono riusciti nel raggiungere un consenso. La domanda avanzata dalle delegazioni EU dai paesi dell’EU di sospendere la delegazione del “.wine” e “.vin” non è stata presa in considerazione. Non c’è nessun altro ostacolo ad una delegazione di questi domini nominati dall’ICANN e del loro uso in spregio alle leggi nazionali, internazionali ed europee. EFOW, la Federazione Europea dei vini di Origine è delusa ma determinata. Altri interessi hanno preso il sopravvento su quelli dei produttori e dei consumatori.
Sarà organizzato un diffuso boicottaggio nei confrotni di questi domini. EFOW chiama l’EU e i suoi Stati membri a implementare tutte le misure necessarie per far rispettare la legge su Internet includendo il blocco dei nomi dei domini illegali. EFOW annuncia che sarà impegnata in altri settori – anche minacciati dall’appropriazione dei nomi di dominio genereci – (con) azioni per cambiare le norme sulla governance di Internet e difendere la diversità culturale. EFOW ritiene che la Presidenza italiana deve affrontare/dedicarsi a questo problema e di fornire una risposta rapida e concreta. La forte mobilitazione delle delegazioni europee non era sufficiente.
I Governi rappresentati nel GAC (organo consultivo intergovernativo), non sono riusciti a trovare un consenso a favore della sospensione della delegazione. ICANN può ora delegare i (domini) “.wine” e “.vin” e le imprese candidate possono incodizionatamente vendere all’asta nomi di dominio di secondo livello, compresi quelli che contengono il nome di un vino a Indicazione Geografica. L’incapacità dei governi nel trovare un accordo incoraggerà lo sviluppo di fenomeni quali la frode al consumatore, appropriazione indebita di notorietà, la contraffazione e cybersquatting (fenomeno di accaparramento di nomi di dominio corrispondenti a marchi altrui).
Il Presidente dell’EFOW, Riccardo Ricci Curbastro ha detto: “ Noi deploriamo questa situazione. Non è normale che una presumibile organizzazione tecnica può applicare norme differenti su internet rispetto a quelle decise dai stati sovrani. Nel decidere che il concetto delle Indicazioni Geografiche non era altro che una merce e che i nomi potrebbero essere utilizzati da chiunque per vendere qualsiasi cosa, ICANN prende le parti nei negoziati internazionali in corso. Questa è una ulteriore prova della sua mancanza di indipendenza e un segnale negativo per le discussioni transatlantici tra Europa e Stati Uniti!”
Tuttavia, i viticoltori continueranno a combattere. EFOW conferma che contatterà altre organizzazioni nei settori vitivinicoli e agricoli in Europa e di tutto il mondo per oganizzare a un generale boicotaggio dei nomi dei domini “.wine” e “.vin”. Si chiede agli Stati Membri dell’EU di informare i consumatori e di bloccare i nomi dei domini che sono in violazione delle normative nazionali ed europee. Inoltre, il Presidente dell’EFOW annuncia una mobilitazione generale. “Scopriamo ogni giorno di non essere i soli ad essere preoccupati per la mancanza di regole su Internet. Alcuni produttori di caffè, il cui know-how è ben affermato in tutto il mondo e le regole di produzione sono definite, stanno giustamente per iniziare a preoccuparsi della tutela del nome dei loro prodotti (“.coffe”). Il “.food” sarà un altro dominio a cui i produttori agroalimentari dovranno prestare molta attenzione. Possiamo inoltre menzionare per altri settori l’appropriazione dei nomi generici come “.voyage”, “.house” da parte dell’industria dei nomi dei domini.
Chiamiamo tutti i settori che sentono d’impatto di unirsi a noi e ad agire con noi per ottenere dai nostri governi una riforma della governance di Internet che deve assicurare lo sviluppo del commercio, preservare la diversità culturale e il cibo e il mantenimento delle condizioni per una concorrenza leale “. EFOW invita la Presidenza Italiana di cogliere questa pratica e di agire rapidamente. “L’Unione Europea e i suoi membri devono lavorare insieme per proteggere con fermezza le nostre denominazioni che sono minacciati dalla politica intrapresa da un ente privato come ICANN. Internet deve rispettare il nostro patrimonio vivente e ICANN non può concedere per sé il diritto di vendere al miglior offerente. Il futuro del settore europeo della agro-alimentare di qualità è in gioco “, aggiunge Riccardo Ricci Curbastro.
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