Si può parlare di un vero e proprio boom per la Falanghina del Sannio DOP, come testimoniano i numeri dei contrassegni di Stato, ovvero le “fascette”, che il Sannio Consorzio Tutela Vini ha rilasciato nel primo semestre 2016: nei primi sei mesi ha fatto registrare un incremento del +20% rispetto allo stesso periodo del 2015, arrivando a sfiorare i 3,6 milioni di bottiglie rispetto ai circa 3 milioni dell’anno scorso. In virtù di questi dati si registra nel primo semestre 2016 il sorpasso delle bottiglie della Falanghina del Sannio DOP sulla denominazione Sannio DOP. Dati che attestano un incremento delle bottiglie sannite a Denominazione di Origine che sfiora la cifra di mezzo milione.
La Falanghina è sicuramente l’uva più rappresentativa della Campania e non solo perché è la più diffusa, coltivata, vinificata ed etichettata in tutte e cinque le province, ma anche perché è la vera testa d’ariete che trascina molti vini nel mercato: in Irpinia, rinomata per le tre Fiano di Avellino DOP, Greco di Tufo DOP e Taurasi DOP, quasi tutte le aziende l’hanno inserita nel catalogo per poter entrare negli scaffali. Si tratta di risultati che premiano in particolar modo il lavoro portato avanti in questi ultimi anni dal Sannio Consorzio Tutela Vini – recentemente confermato dal Mipaaf come ente incaricato a svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi per le denominazioni Aglianico del Taburno DOP, Falanghina del Sannio DOP e Sannio DOP e per il Benevento IGP – che ben lavora grazie all’intesa dei produttori in una provincia che da sola produce il 64% del vino campano e che ha dato vita a campagne di promozione di grande successo.
Fonte: Il Mattino