Il mondo del vino si scopre sempre più social, e non potrebbe essere altrimenti, perché la comunicazione passa sempre più spesso per Facebook, Twitter ed Instagram, dove i wine lovers, specie i più giovani, ma non solo, condividono assaggi, visite in cantina, incontri. Un fenomeno che, nei giorni di Vinitaly, è stato analizzato a fondo da più di un ricercatore, per offrire uno spaccato il più preciso possibile sul livello di interazione tra eno appassionati e vino. Innanzitutto, gli hashtag ufficiali, #vinitaly e #vinitaly2017, hanno raggiunto, secondo i dati raccolti da Maxfone, società leader nell’analisi comportamentale sui social media, i 21.509 tweet, per 5,389 utenti unici e 23.545 foto condivise, di cui 16.009 su Instagram e 7.536 su Twitter. Sono dati ancora parziali, ma una tendenza c’è, Twitter segna un leggero calo sugli anni precedenti, mentre il social delle foto sta conquistando anche l’enosfera.
Se c’è un vincitore è il Chianti, il più citato tra i vini, con il 9% dell’interesse, seguito sul podio da Franciacorta (6,4%), Barolo (3,9%), quindi Pinot, Lambrusco, Trentodoc, Etna, Amarone, Valpolicella e Grillo, come racconta un’altra analisi, quella di Almawave, la piattaforma digitale di Almaviva, per il Gambero Rosso, che ha raccolto tutte le interazioni legate all’evento dal 3 aprile su Twitter, Facebook e Google+, in sei lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco e portoghese. Inoltre, l’analisi dei dati ha permesso di stilare una classifica di preferenze tra gli interessi degli internauti, evidenziando un picco del 37% per le bollicine, e, a seguire, un 29% di citazioni per i rossi, il 19% per il rosato e il 14% per i bianchi. Chi emerge nettamente è pure la Cina, che compare nel 50% delle conversazioni riguardanti i mercati esteri e stacca gli Stati Uniti, attestati sul 18% e la Francia ferma al 5%. Merita una citazione WineNews, il cui profilo su Twitter è al n. 8 tra i più menzionati, dietro, tra gli altri, a Vinitaly, Zonin 1821, Veronafiere e Confagricoltura, come rivelano i dati di Social Meter Analysis. Ma anche al n. 14 tra i profili più attivi.
Diverso, invece, il posizionamento sui social dei Consorzi del vino: almeno su Facebook, l’unico preso in esame dallo studio “Social Media Awards sui Consorzi Agroalimentari”, firmato da Fondazione Qualivita e presentato poche settimane fa alla “Giornata nazionale della qualità agroalimentare”, appena il 38% dei Consorzi usa i social network, e dei primi dieci solamente uno è di un vin: il Chianti Classico, capace di arrivare ai piedi del podio (posizione n. 4) forte dei suoi 115.000 like. Sul podio, invece, si piazzano l’Asiago DOP (124.594 mi piace) in terza posizione, il Grana Padano DOP (179.742 mi piace) in seconda posizione ed il Parmigiano Reggiano DOP alla posizione n. 1 con 478.000 like.
Soddisfatto del risultato, evidentemente, il presidente del Consorzio del Chianti, Giovanni Busi: “siamo molto felici di apprendere che nella classifica dei social vince il nostro vino che dimostra ancora una volta un grande appeal anche fra i più giovani, sempre nell’ottica di un consumo consapevole. Un dato che ci conferma gli ottimi risultati registrati in questa edizione. “Negli ultimi anni il nostro Consorzio si è voluto rivolgere soprattutto ai giovani con una politica di rinnovamento nella comunicazione volta a sensibilizzare ad un consumo consapevole di un prodotto fresco e beverino che racconta una tradizione secolare che non smette di affascinare. Prova ne è l’affluenza sempre maggiore di giovani che partecipano ogni anno alla nostra anteprima Chianti Lovers – continua Busi – e l’interesse crescente verso un prodotto che fino a qualche anno fa era destinato ad un pubblico sicuramente più maturo. L’evoluzione degli strumenti di comunicazione nella società non possono che essere una grande opportunità che dobbiamo saper cogliere per continuare a crescere e far parlare della nostra storia in tutto il mondo”.
Tornando alla ricerca di Almawave, la Regione che attira maggiore attenzione è la Sicilia (12%), seguita dalla Puglia (10,6%), dal Veneto (7,7%), dalla Toscana (7,4%) e dalla Sardegna (6,8%). Mentre si confermano vincenti le bollicine, e il biologico è il trend che si impone sugli altri: se ne parla nel 4% delle interazioni monitorate. Ma la collaborazione tra i due gruppi andrà avanti, integrando una consolidata leadership di settore alle competenze tecnologiche distintive per sostenere, nel segno dell’innovazione, la crescita di un’eccellenza del comparto agroalimentare, così rilevante per l’economia del nostro Paese.
Fonte: Winenews.it