Non c`è dubbio: il vino toscano rappresenta il pilastro portante dell`economia agricola regionale. Sposato al cibo fa volare il suo patrimonio gastronomico ed è il motore dell`enoturismo, fattore decisivo per i bilanci delle aziende vitivinicole, con ricadute notevoli in tutti i territori. Secondo i dati dell`ultimo Osservatorio del turismo promosso dalle Città del vino, nel 2019 in Italia 15 milioni di turisti sono andati per cantine (+7%) per un giro d`affari di 2,65 miliardi (+ 6%): in questa cornice la Toscana risulta la prima destinazione enoturistica italiana.
Alcuni numeri. Sono più di 2omila le aziende vitivinicole toscane, per lo più medie e piccole, titolari di un vigneto di circa 59mila ettari. Il 96% di questi è destinato a vini di alto livello, contro una media nazionale del 62%. Un primato di qualità diffusa, che assegna alla Toscana ben 58 vini DOP (Denominazione di Origine Protetta) e 6 IGP(Indicazione Geografica Protetta) e si traduce in una produzione media di 2,4 milioni di ettolitri l`anno, pari all`11% di tutto il vino italiano di maggiore qualità, e a un fatturato di circa 1 miliardo di euro (Ismea).
Va da sé che più della metà del vino toscano se ne va oltre frontiera, con USA e Germania in prima fila: se poi si considerano solo i vini DOP, questi rappresentano circa il 19% del totale export nazionale di vini DOP fermi, quota che sale al 26% in termini di valore. Insomma il brand Toscana sposato al vino è motivo di forte attrazione sia in Italia che all`estero.
Chianti DOP (il più diffuso e popolare, da non confondere con il Chianti Classico DOP, noto anche come Gallo nero), Morellino di Scansano DOP (ll rosso che nasce vicino al mare), Bolgheri DOP (area in grande spolvero di etichette pregiate), Orcia DOP (figlia della Val d`Orcia patrimonio Unesco, tra le più giovani e intraprendenti denominazioni), Vino Nobile di Montepulciano DOP (questo rosso di razza è anche la prima DOCG italiana), Vernaccia di San Gimignano DOP (il più importante bianco della regione) o ancora Maremma Toscana DOP che si estende tra il Monte Amiata e l`Argentario e conta tra i suoi vini il Vermentino, bianco biricchino molto gettonato: sono solo alcune delle denominazioni che compongono la tavolozza enologica toscana.
Da qui l`iniziativa di proteggere questo prezioso capitale con il Consorzio Vino Toscana che raccoglie sotto il suo cappello tutti i vini IGP: dai famosi supertuscan alla miriade di etichette che affollano gli scaffali della grande distribuzione. Una fetta di mercato di circa cento milioni di bottiglie, da 3 euro a più di 3oo euro, per un giro d`affari che supera il mezzo miliardo. Presieduto da Cesare Cecchi e guidato da Stefano Campatelli, il Consorzio Toscana ha già ricevuto l`adesione di tutte le più importanti cantine della regione.
Fonte: L’Economia – Corriere della Sera