La ricerca di Nomisma Wine Monitor by Federvini. La marca famosa rassicura, DOP e IGP sono sinonimo di maggior qualità per l’85% di consumatori
Il “marchio collettivo” del territorio, ovvero la denominazione, rappresentata dal nome e dal simbolo della DOC, della DOCG o della IGT, e le marche private dei produttori, che, nello stesso tempo, sorreggono e sono sorretti dal territorio che contribuiscono a costruire. Su questi due grandi asset, più che su altri, si formano le scelte di acquisto del vino da parte degli italiani, come emerge da una ricerca di Nomisma Wine Monitor by Federvini.
Perché se guardando alla risposta singola alla domanda su quali criteri si usano per scegliere il vino al di là del gusto personale, il 24% indica la presenza del marchio DOC, DOCG o IGT, ed il 20% il territorio di produzione. Ma il 29% dei consumatori sono anche molto influenzati dalla marca della cantina, che se nota è conosciuta è capace di rassicurare il consumatore spesso davanti ad un offerta sconfinata e disorientate.
Due pilastri, il territorio ed il brand aziendale, che sono quelli su cui poggia il sistema vino italiano, con le sue decine e decine di denominazioni, e le sue centinaia e centinaia di aziende piccole e grandi, storiche e più giovani, che pur con mille difficoltà dovute alla complessità e alla ricchezza dell’offerta del vino italiano, hanno conquistato il mondo. Dall’indagine Nomisma, però, emerge come la DOP e IGP siano fondamentali nella percezione e nel valore. Perchè uno vino Dop o Igp, rispetto ad uno generico, per l’85% dei consumatori è di maggior qualità, per il 77% ha caratteristiche organolettiche migliori, per il 75% è garanzia della tracciabilità del processo produttivo, il 72% si sente rassicurato dai controlli, e per il 48% i vini a denominazione sono più rispettosi dell’ambiente.
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Fonte: Wine News