Nel 2020 il vino italiano di qualità, anche per il nuovo lockdown serale, perderà il 30% delle proprie vendite nell’horeca nazionale (hotel, bar, ristoranti), un canale insostituibile per migliaia di piccole imprese del settore vitivinicolo. E’ il grido d`allarme di Uiv commentando l’ultimo Dpcm. Grande preoccupazione e proteste anche nel sistema Prosecco.
«Nel 2020 il vino italiano di qualità, anche per il nuovo lockdown serale, perderà il 30% delle vendite nell’Horeca nazionale (hotelleria, ristoranti e caffetteria ndr), canale insostituibile per migliaia di piccole imprese vitivinicole»è questo l`sos del segretario generale di Uiv (Unione italiana vini ), Paolo Castelletti, dopo l’ultimo Dpcm anti Covid-19.
La preoccupazione attraversa anche i Consorzi trevigiani, in particolare quelli delle bollicine, il Prosecco DOP, il Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP, l`Asolo Prosecco DOP, per oltre 610 milioni di bottiglie l`anno.
«Per la verità, i mercati ci hanno permesso di recuperare le perdite provocate dal primo lockdown», ammette Stefano Zanette, presidente del Prosecco DOP, «Da qualche giorno è in partenza il nuovo Rosè, 13 milioni di bottiglie, in parte già prenotate. E in autoclave si stanno preparando disponibilità per altri 6/7 milioni di bottiglie. Ma l`incertezza regna sovrana. In Italia e all`estero». Dal 15 novembre il Prosecco DOP Rosè si potrà vendere anche in Europa.
L`Horeca riguarda per la maggior parte la Denominazione Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP che – come ricorda sempre il presidente del consorzio, Innocente Nardi – dà lavoro a 6.700 persone. Il Consorzio prosecco Doc conta invece 340 aziende imbottigliatrici. E` un intero mondo, quello delle bollicine trevigiana e veneta, che sta attraversando ore di allarme.
Ma c’è un altro aspetto che fa crescere la fibrillazione: il rinvio di fiere come il Merano Wine Festival, o le notizie di restrizioni per il prossimo Pro Wein di Diisseldorf, a marzo 21, sugli accessi agli stand di operatori e visitatori. Meno fiere, e minore traino, questo il problema.
Fonte: La Tribuna di Treviso