«Sostenibilità, fattore d’innalzamento della competitività delle aziende viticole, dei territori e delle comunità ad esse collegate». Sono le parole d’ordine di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, che racchiudono il senso del congresso dell’associazione che si è tenuto a Firenze alla Stazione Leopolda. E anche Stefano Vaccari capo del dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) è intervento sul punto, teorizzando la «sostenibilità dei controlli».
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Vaccari ha illustrato anche i primi dati della Cantina Italia forniti dai registri telematici; mostrano che «al 1 agosto, alla partenza della nuova vendemmia, sono iscritti al registro circa 17 mila stabilimenti e 14.320 imprese, che si stima costituiscano il 95% della produzione di vino. A tale data erano stoccati oltre 37,8 milioni di ettolitri di vino, di cui circa il 46,8% a D.o. (63% rosso), il 30,4% a Igp (59% rosso), il 21,3% da tavola e 1’1,4% varietale, nonché 3,5 milioni di quintali di mosti. La concentrazione territoriale del vino vede i157% al Nord, il 24 %al Centro ei119%al Sud e Isole. Nel Veneto si concentra una quantità di vino superiore a quella dell’intero Sud, comprese le isole. Da 10 province sgorga quasi metà del vino italiano, tanto che Verona e Treviso detengono più vino che Sicilia e Puglia assieme. La maggior quantità di vino da tavola in cantina è detenuta dall’Emilia Romagna, seguita dal Veneto e dal Piemonte».
Fonte: Italia Oggi