Il protocollo prevede la possibilità di certificare tre dimensioni produttive relative al settore vitivinicolo: l’impresa produttrice (modulo Organizzazione Sostenibile), il vino finito (modulo Prodotto Sostenibile) e infine il territorio circoscritto da una Denominazione di Origine (modulo Denominazione per la Sostenibilità).
Lo standard è stato studiato espressamente per il comparto enologico ed è certamente il più avanzato e completo a livello internazionale.
Pasqua Vini, nel testimoniare il proprio radicamento al territorio d’elezione e la tensione all’innovazione, è da lungo tempo impegnata nell’adozione di strategie di business compatibili con le esigenze dell’ambiente, dal consumo energetico ridotto ai minimi alle strutture che regolano naturalmente la temperatura, dalla minimizzazione dello spreco degli imballaggi (come vetro e carta) al mantenimento di tutte le principali certificazioni di qualità ISO – BRC – IFS – Biologico.
È in questo solco che si inserisce ora anche l’attestato di conformità allo Standard Equalitas per le seguenti attività: conduzione dei vigneti e produzione delle uve, vinificazione, lavorazione, blending, affinamento e condizionamento di vini in bottiglia. La certificazione riguarda anche il controllo dei processi di produzione e imbottigliamento.
La cantina veronese, attraverso le migliorie apportate ai propri processi produttivi e di controllo e gestione, entra così a far parte delle best practice certificate da Equalitas, che concorrono a definire un modello italiano di qualità sostenibile a livello mondiale.
Riccardo Pasqua, amministratore delegato di Pasqua Vigneti e Cantine, commenta la certificazione ottenuta da Equalitas: “Non c’è futuro, in nessun campo, senza un impegno per la sostenibilità sociale e ambientale. Siamo consapevoli che questo è un percorso lungo e progressivo, frutto di impegno quotidiano. Si lavora per mesi e poi finalmente si raggiunge un primo traguardo. La certificazione è un importante riconoscimento che attesta quanto la nostra azienda sia impegnata nell’adottare buone pratiche e operare a favore non solo dell’ambiente, ma anche della comunità. Essere inseriti tra le best practice della filiera produttiva enologica italiana ci spinge a proseguire nella direzione tracciata”.
Fonte: 24 Ore News