Falsi DOP, la Corte dei Conti: 22mila tonnellate di cibo sequestrato per 27 milioni di euro. La riscossione va a rilento: nel 2020 incassata meno della metà delle multe.
In Italia abbiamo i prodotti agroalimentari migliori del mondo, ma non ci basta. Così c’è chi li “tarocca” (o scrive falsità in etichetta) per farli credere ancora più buoni, commettendo vere e proprie truffe ai danni dei consumatori. Fortunatamente si tratta di una netta minoranza di uno dei settori chiave dell’economia italiana. A certificarlo è la Corte dei Conti che ha analizzato cinque anni di attività (2016-2020) dell’Icqrf, l’Ispettorato centrale repressioni frodi del ministero dell’Agricoltura delegato ai controlli su qualità, genuinità e identità dei prodotti agroalimentari a tutela principalmente dei marchi DOP IGP.
In ognuno degli anni esaminati, non sono state mai meno di 4.100 le violazioni amministrative a fronte, però, di una diminuzione dei reati penali rilevati (in costante calo dal dato record di 728 del 2018). I 682 dipendenti dei 29 uffici territoriali dell’ispettorato nell’ultimo anno analizzato (il 2020) hanno controllato 77 mila prodotti e l’11% è risultato irregolare. Il valore economico delle 22mila tonnellate di cibo sequestrato ha superato ampiamente i 27 milioni di euro. I settori che hanno registrato i maggiori interventi, sia sotto il profilo penale che amministrativo, sono stati in termini assoluti il vitivinicolo, l’oleario ed il lattiero caseario. In percentuale sui controlli effettuati sono però l’ortofrutta (18,2%) e la carne (16.8%) i settori con più operatori irregolari agli occhi dei controllori del ministero. Nella gran parte dei casi le violazioni riguardano la mancata tracciabilità dei prodotti, le false dichiarazioni sull’origine biologica della produzione, sul rientrare o meno degli stabilimenti di produzione nei territori che possono fregiarsi dei marchi a denominazione controllata, sull’uso di Ogm. La nota più dolente riguarda però le sanzioni, specificatamente il loro mancato pagamento.
L’analisi della Corte de Conti (relatore il presidente di sezione Paolo Luigi Rebecchi) denuncia “un disallineamento tra i valori relativi all`accertato ed al riscosso, sia in conto competenza sia. in misura più rilevante, in conto residui”. “Il dato del “da riscuotere” – rilevano i giudici contabili – mostra un progressivo aumento negli esercizi presi in esame“. Nel 2020 il settore vitivinicolo ha subito 918 ordinanze per un totale di 9,6 milioni di euro di sanzioni. Le violazioni di normative UE sono la seconda voce per importo (4,7 milioni di euro, a fronte di 128 ordinanze).
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Fonte: Il Messaggero