Sul groviglio della promozione del vino con fondi Ue, il ministero per le Politiche agricole sta provando a metterci una “pezza”. Nei giorni scorsi è stato infatti trasmesso alla Conferenza Stato Regioni, per ottenerne il parere, uno schema di decreto ministeriale col quale si ipotizza la definizione di un nuovo bando che dovrebbe rimettere in circolo le risorse della graduatoria nazionale 2016-17 e che sono rimaste inutilizzate. Nelle scorse settimane il primo bando varato dal Mipaaf era stato impugnato dinanzi al Tar del Lazio da alcune aziende escluse dalla graduatoria dei beneficia. Secondo i ricorrenti alcune aziende si erano aggiudicate i contributi grazie alle premialità riconosciute ai “nuovi beneficiari” nonostante annoverassero nella propria compagine imprese già in passato finanziate con la stessa misura promozione. Nonostante il Tar del Lazio avesse rinviato il tutto al giudizio di merito in calendario a inizio 2017, lo stesso ministero, dopo un vaglio sui requisiti dei beneficia effettuato insieme ad Agea, aveva di fatto rivoluzionando la graduatoria. In sostanza ne sono risultati inseriti i soggetti ricorrenti ed escluse le imprese che in un primo momento erano state ammesse a contributo (e che naturalmente hanno presentato nuovi ricorsi al Tar contro l’esclusione). Il risultato netto però di tutte queste carte bollate è stato l’aver ridotto dalla disponibilità iniziale di 26 milioni di euro le risorse effettivamente impegnate a soli 13 milioni: appena il 50%.
«Esclusivamente per l’annualità 2016-17 – si legge nell’articolo unico dello schema di decreto – le attività sono effettuate a decorrere dalla data di stipula del contratto tra il beneficiario e Agea. Qualora i beneficia del contributo non chiedano il pagamento anticipato o chiedano l’anticipazione in forma parziale (30% del contributo) le attività sono effettuate entro il 30 agosto 2017. Qualora i soggetti chiedano il pagamento in forma integralmente anticipata, previa costituzione di una cauzione pari al 120% degli importi richiesti, le attività sono effettuate entro il 31 dicembre 2017. Le risorse della quota nazionale potranno essere destinate, con decreto direttoriale, da emanarsi entro e non oltre il 31 gennaio 2017, ad un nuovo invito alla presentazione di progetti nazionali che definirà termini, modalità operative e procedurali». Un’iniziativa di certo lodevole visto che cerca di recuperare in extremis le risorse non impegnate nell’ambito della promozione. Ma i buoni propositi non bastano a cancellare lo scetticismo. «Un’operazione dall’intento chiaro – spiegano alla Cia – ma della quale stentiamo a coglierne la validità. Molti sono infatti i dubbi sulla possibilità di conciliare le tempistiche dei diversi interventi e bandi. Senza contare che rischiano di risultare falsate le condizioni di partecipazione».
Fonte: Agrisole – Il Sole 24 Ore