Vino: una vendemmia “sorprendente” ma non per tutti. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini, nella sua intervista al Sole 24 Ore del 27 agosto scorso aveva già sottolineato che le piogge di agosto e – soprattutto – la loro tempistica, cioè nel momento chiave dello sviluppo e della maturazione dei grappoli, avrebbero salvato un’annata altrimenti compromessa dalla siccità.
Insomma, il vino nelle cantine italiane ci sarà e anche in abbondanza, i problemi si spostano ora sul mercato dove sarà necessario combattere con la minaccia inflazionistica che riduce il potere d’acquisto delle famiglie e rende arduo riversare a valle gli incrementi dei costi produttivi. Difficoltà che già cominciano a emergere dai numeri. Nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni di vino sono aumentate del 13,5% (toccando il valore record di 3,8 miliardi) ma i volumi sono aumentati di appena lo o,4 per cento. Segno che l’incremento del fatturato è legato soprattutto all’aumento dei prezzi che però non deriva da una valorizzazione del prodotto ma semplicemente dall’incremento dei costi produttivi.
Ma, soprattutto, nessuno è pronto a scommettere che i mercati riusciranno ad assorbire nuovi incrementi dei listini anche perché l’inflazione mette a dura prova anche il potere d’acquisto dei consumatori. «Una strada per la valorizzazione del vino made in Italy – ha detto ieri Lamberto Frescobaldi – è ridurre la quantità di vino sfuso ed indifferenziato che copre ancora il 40% della produzione nazionale. Vino immesso sul mercato senza alcuna strategia di mercato che non sia la logica del prezzo basso e che spesso, tra l’altro, non si rivela neanche remunerativo per il produttore. Ridurre questa quota anche del ro% allargando la fetta invece del vino a denominazione d`origine già sposterebbe più in alto l’asticella». E poi c’è la sfida della lotta all’alcol che sta prendendo piede a livello internazionale e che non distingue il consumo moderato dall`abuso e punta a penalizzare qualsiasi prodotto che abbia un contenuto alcolico attraverso la leva fiscale.
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«Non so immaginare – ha detto ieri il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli – cosa ci riserveranno i prossimi mesi nel dibattito con i servizi della Commissione. Ma sono certo di una cosa. Che il prossimo Governo, qualsiasi sarà il suo colore, come anche il prossimo ministro per le Politiche agricole, qualsiasi sia l’orientamento politico, non potranno che difendere strenuamente il vino made in Italy da questi attacchi privi di logica».
Fonte: Il Sole 24 Ore