Il vino italiano si conferma il re della tavola negli Stati Uniti e nel Regno Unito con tassi di crescita costanti: nel corso dell’ultimo quinquennio le importazioni negli USA di vini mad in Italy sono aumentate del +61 % a valore e del +26% a volume con performance di gran lunga superiori alla media del mercato. Questi i dati forniti da Nomisma Wine Monitor sulle Evoluzioni e prospettive per il vino italiano in USA e UK.
In USA nel 2015 le performance positive italiane sono state superiori alla media del mercato intesa come trend dell’import totale (+52% a valore) ma inferiori a quelle dei vini neozelandesi (+119%) e francesi (+83%): i dati relativi ai primi 10 mesi del 2016 mostrano ancora una tendenza positiva anche se con una spinta più debole. I valori italiani in rialzo dipendono principalmente dagli spumanti (Prosecco in particolare) con un +25,5% mentre i vini fermi imbottigliati calano del 2,6% in volume. Nel Regno Unito l’import di vini italiani è aumentato nel periodo 2010-2015 del +64% a valore e +35% in volume surclassando a valore tutti i diretti competitor. L’impennata dell’import dall’Italia dipende, come per il mercato statunitense, dagli spumanti con un aumento a volume del +572% tra il 2010 e il 2015.
«Secondo le nostre stime nel 2016 le importazioni a valore di vino negli USA chiuderanno con una crescita inferiore al +2% mentre nel Regno Unito ipotizziamo un calo di quasi il -10% – conclude Denis Pantini, responsabile Nomisma di Wine Monitor – infatti l’indecisione che gira attorno alla Brexit e che ha portato la sterlina a perdere oltre il 10% nei confronti dell’euro, dal referendum ad oggi, non ha fatto altro che tenere gli importatori inglesi alla finestra riducendo gli acquisti di lungo periodo. Viceversa negli USA l’elezione di Donald Trump ha avuto sul dollaro l’effetto contrario. Il rafforzamento della valuta locale potrebbe continuare anche nel 2017, dando ulteriore vigore alle importazioni dall’Italia, sempre che non vengano attuate misure protezionistiche per tutelare i vini californiani».
Fonte: Largo Consumo