Gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale del vino con 33,3 milioni di ettolitri
Coni dazi americani del 200% sui vini l’Europa rischia di perdere 4,9 miliardi di euro di export, di cui 1,9 soltanto a carico dell’Italia. La sfida lanciata ieri da Trump su Truth ha seminato il panico tra i produttori italiani di vino, per quanto in molti ancora sperano si tratti di una delle tante provocazioni del presidente Usa.
«Tariffe di queste (s)proporzioni» le definisce il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Mentre il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, parla di «dazi al 200% a cui non vogliamo credere», con i quali «a perdere sarebbe anche tutta l’industria del wine&food americana, perché per ogni euro di vino d’importazione acquistato se ne generano 4,5 in favore dell’economia statunitense».
La mossa dei controdazi americani a quelli europei sul whisky però, in un certo senso, era attesa, tanto che da giorni le associazioni di settore erano al lavoro per disinnescare la miccia: non più tardi di martedì la presidente di Federvini, Micaela Pallini, si rivolgeva un’ultima volta alla Commissione Ue chiedendo di escludere vini e liquori dalle contromisure annunciate dall’Unione europea, proprio per evitare ritorsioni.
Per l’Italia, la posta in gioco è alta: le nostre aziende vinicole nel 2024 hanno spedito negli Usa il 24% di tutte le bottiglie esportate nel mondo, il 10% in più rispetto al 2023.
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Fonte: Il Sole 24 Ore