Dalla crisi da Covid-19 arriveranno danni, probabilmente irreversibili, con uno scenario paragonabile a quello della Seconda guerra mondiale; occorreranno soluzioni come quelle del dopo guerra per la ripresa»: sono le preoccupazioni di Pau Roca, direttore generale dell`Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (Oiv), espresse durante la conferenza stampa di presentazione dello stato della viticoltura mondiale.
Gli effetti del coronavirus sulle aziende del vino per l`Oiv sono preoccupanti: «Ancora non ci sono cifre e dati, ma il settore potrebbe essere ridotto drasticamente; molte aziende potrebbero sparire. Ci saranno enormi cambiamenti con un impatto su aziende, vigneti e sulla commercializzazione di vino e uva». In campo si avrà «difficoltà a portare a termine il raccolto a causa del distaccamento sociale». Ci saranno maggiori costi «dati dal ricorso a macchine per terminare la vendemmia, come avviene in Nuova Zelanda», ha continuato Roca.
E ci sono indubbiamente problemi sul piano commerciale, generati «dalla scomparsa del canale horeca». «Il Comitato europeo delle imprese vinicole (Ceev)», rimarca Roca, «prevede che in Europa il blocco di questo canale porti ad un calo del 35% delle vendite in volume e ad un 50% in valore». Questo come valori medi. Ma in alcune zone, «come in quelle del Mediterraneo, la diminuzione sarà ancor maggiore perché alla chiusura di bar e ristoranti si deve sommare la radicale soppressione del turismo. Che sarà limitato anche dopo il termine del lockdown».
A ripagare le perdite del blocco del canale horeca, vendite on trade, non bastano i picchi di acquisti nei negozi e nella GDO (off-trade) per il consumo domestico. «Le perdite del settore horeca non sono state compensate dall`off trade, anche perché in questo canale l`offerta è più omogenea tra i vari player e orientata verso prodotti di prezzo contenuto. Al contrario dell`on-trade, dove la differenziazione è anche una
strategia»
Fonte: Italia Oggi