Il Sole 24 Ore – Agrisole
Più tutela per il vino italiano, sia sul mercato che sul piano «digitale». È quanto chiesto dal presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro che, in occasione della presentazione della proposta di «Testo unico della Vite e del Vino». «Attualmente – ha spiegato Ricci Curbastro – l’unico sistema di tutela con qualche valenza operativa è il marchio registrato. Ma registrare un trademark costa circa 200mila euro l’anno a cui va aggiunto un importo che si aggira su un milione di curo l’anno per la difesa legale. A tanto ammontano le risorse che ogni anno un imprenditore vitivinicolo deve togliere alle strategie di internazionalizzazione».
«Il successo del vino italiano nel mondo – ha sottolineato Ricci Curbastro – è accompagnato da truffe legate al nostro successo, con bottiglie di “Astix” e “Pol secco” negli scaffali di vendita all’estero e kit per produzioni vinicole fai-da-te reperibili tramite Internet. Un fenomeno che comporta per il settore vitivinicolo nazionale due danni, uno economico per gli acquisti di falso made in Italy al posto del vero; l’altro è la banalizzazione, la perdita del valore di un simbolo di qualità costruito nel tempo».