Europa e Usa stagnanti, si guarda a Sudamerica e Asia La Regione vuole coinvolgere i Consorzi più importanti
Il vino del Friuli Venezia Giulia a caccia di nuovi mercati. Il 2023, in fatto di export ma anche di vendite in Italia, non è stato un anno brillante. Stagnazione, minori consumi di alcol per una minore disponibilità di risorse economiche delle famiglie, richiesta di vini più leggeri e freschi, etichette allarmistiche nei Paesi del Nord Europa, Regno Unito che segna il passo.
Una tendenza che non riguarda solo il vigneto Friuli, ovviamente, ma un po’ tutte le regioni, che però preoccupa operatori, aziende, coop e Consorzi. E così per provare a invertire la rotta, la Regione punta a testare nuovi mercati, dove bianchi e rossi regionali non sono mai sbarcati prima.
“Lavoriamo già per essere pronti a partire con le nostre iniziative nel 2025 – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Zannier – . Il settore del vino inizia a mostrare segni di rallentamento, ritengo sia opportuno sondare mercati nuovi, che potremmo andare a esplorare con iniziative campione. Potremmo partecipare a fiere dove non siamo storicamente presenti, coordinandole con studi che ci indichino quale sbocco all’estero potrebbe essere appetibile. Tutte le regioni stanno rallentando, un po’ perché ci sono notevoli giacenze di prodotto, e un po’ perchè il trend del consumo di vino non sta vivendo uno dei momenti più splendidi. La richiesta si sposta sempre più su prodotti semplici, con gradazioni basse. Nel 2025 vorremmo iniziare a uscire dalle tre manifestazioni più importanti, Prowein, Parigi e Vinitaly, allargando gli orizzonti. Dobbiamo capire se ha senso investire per fare attività di promozione limitate e concordate, coinvolgendo i vari Consorzi e le Doc”.
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Fonte: Il Messaggero Veneto