Oggi al Vinitaly il premier Matteo Renzi incontrerà Jack Ma, guru dell’e-commerce asiatico, patron di Alibaba (vetrina e-commerce fondata nel 1999, ora vale 25 miliardi di dollari, ha 407 milioni di acquirenti attivi annuali e nell’ultimo trimestre 2015 il fatturato è salito del +32%) per tentare di aprire nuovi orizzonti al nostro export enoico nelle ricche aree dell’Estremo Oriente dove i francesi fanno affari d’oro coi loro rossi e noi non vogliamo starli a guardare. Ma intanto è grande festa a Verona, con una fiera che celebra i 50 annidi inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro Maurizio Martina e di molte altre istituzioni e con un salone che si annuncia da record con 140 Paesi presenti e 150mila visitatori attesi.
Il settore tira, è la punta di diamante del nostro agroalimentare con il record dell’export (5,4 miliardi nel 2015, +5%), un giro d’affari di 12-13 miliardi e – segnala il presidente di VeronaFiere Maurizio Danese – «investire nel settore vinicolo è più remunerativo che nella finanza». C’è un governo che si sta dando da fare (il ministro Martina annuncia che in commissione Agricoltura alla Camera ha mosso i primi passi il testo unico sul vino) e che è intenzionato a difendere il nostro patrimonio di marchi geografici di qualità DOP e IGP dagli attacchi della concorrenza internazionale ma anche di quella interna all’Europa.
Mattarella ha esortato il comparto a osare di più: «C’è domanda di Italia nel mondo e non dobbiamo avere paura della competizione con nuovi produttori e paesi emergenti. Siamo leader in qualità e innovazione, ma non basta. Bisogna far salire l’asticella della sicurezza alimentare e quindi della tracciabilità, delle garanzie sanitarie, dell’autenticità dei marchi, delle condizioni di ambiente e della qualità del lavoro. Il marchio Italia DOC – prosegue il presidente, deve accompagnare nel mondo i nostri prodotti – ma deve anche offrire ai nostri ospiti un sistema di eccellenza ambientale».
Fonte: Quotidiano Nazionale