Valgono almeno 3 miliardi i vini Made in Italy identificati da denominazioni che rischiano ora di essere di essere scippate all’Italia se la Commissione Europea consentirà anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Lambrusco, Greco, Nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, Negroamaro Falanghina, Vermentino o Vernaccia, solo per fare alcuni esempi. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento all’avvio del processo di revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dei vini previste dal regolamento CE n. 607/2009, da parte delle competenti Istituzioni dell’Unione Europea.
Nella fase di preparazione della proposta di modifica del regolamento la Direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea ha ipotizzato infatti di liberalizzare l’uso nell’etichettatura di tutti i vini, compresi quelli senza indicazione geografica, di quei nomi di varietà che oggi sono riservati in virtù delle norme comunitarie vigenti. Una concorrenza sleale che fa gola a competitor tradizionali come la Spagna ma anche a Paesi emergenti nel panorama viticolo comunitario che vorrebbe equiparare l’uso di vitigni internazionali come Chardonnay e Merlot con gli autoctoni che caratterizzano il Vigneto Italia che può contare su ben 500 varietà di uve da vino.
La produzione Made in Italy è destinata per oltre il 45% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante a vini da tavola. L’andamento della vendemmia è stato accompagnato da un risultato storico sul lato delle esportazioni che hanno raggiunto il record di 5,4 miliardi con un incremento del 6 per cento in valore, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi dieci mesi del 2015. In Italia il vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che dà occupazione a 1,25 milioni di persone.
Fonte: www.ilpuntocoldiretti.it