Grazie al D.M. 19 dicembre 2013, le “fascette” del Poligrafico e Zecca dello Stato, fino ad ora obbligatorie per le Docg e facoltative per le Doc, saranno possibili anche per le IGT su richiesta dei Consorzi o delle Regioni. Importante segnale a tutela e promozione della qualità made in Italy.
La tracciabilità e la trasparenza sono sempre più fondamentali sui mercati, di ogni merce. Ed il vino non fa eccezione. Tra gli elementi di scelta allo scaffale, in un’offerta enorme e frammentata come quella del vino italiano, c’è il sistema delle fascette di Stato: obbligatorie per le Docg, facoltative per le Doc, ed ora, su richiesta dei Consorzi, o delle Regioni, anche delle Igt.
Perchè mentre il mondo del vino aspetta, da anni, tra le altre cose, una normativa che definisca e consenta di comunicare con un simbolo univoco il famoso “standard unico di certificazione della sostenibilità”, ed una legge che consenta anche ai produttori italiani di produrre, in Italia, i vini “low e no alcol” che rappresentano un’onda che tanti altri Paesi produttori stanno cavalcando con successo, nei giorni scorsi, un po’ in sordina, dal Ministero è arrivato un decreto che ne modifica uno del 2020, in attuazione di un aspetto previsto già da tempo dal Testo Unico del vino, quello della tracciabilità anche dei vini Igt (che valgono più o meno un terzo della produzione italiana), sconfessandone però un po’ lo spirito, secondo alcuni, in questo ambito.
Come previsto dal Testo Unico, e in qualche modo di concerto con la filiera, infatti, il Ministero delle Politiche Agricole, all’epoca guidato da Teresa Bellanova, con un decreto del febbraio 2020, aveva previsto, tra le altre cose, un “sistema di controllo e tracciabilità telematico per i vini confezionati a Doc e Igt”. Ovvero, nelle intenzioni, un sistema snello, focalizzato sul digitale del Poligrafico e Zecca dello Stato.
Il decreto firmato dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida il 19 dicembre 2023, andato in Gazzetta Ufficiale il 20 gennaio ed ora operativo, invece, introduce il contrassegno stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in luogo del cosiddetto sistema alternativo di cui all’articolo 48, comma 8, della Legge n. 238/2016, che potrà essere utilizzato per i vini confezionati a Igt, oltre che per i vini a Doc, previa scelta del Consorzio di tutela riconosciuto o, in sua assenza, dalla Regione.
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Fonte: WineNews.it