Dai dati dell’osservatorio Uiv-Ismea, gli italiani bevono meno, consumi in calo dell’8% dal 2019; tengono i vini DOP, in crescita del 2,6%. Bollicine +19%, cali a doppia cifra per Lambruschi, Nero d’Avola e Cannonau e Barbera.
Un anno complicato per il vino italiano il 2023, segnato dalla crisi economica e dalle guerre che hanno messo a dura prova le aziende, martellate dai rincari.
Il Paese ha reagito, riuscendo a registrare poco meno di un 1 miliardo di bottiglie vendute nei negozi e nella grande distribuzione italiana, con un calo del 3,1% rispetto al 2022, per un valore complessivo di poco più di 3 miliardi di euro.
Ma i dati che più fanno riflettere sono quelli dei consumi degli ultimi cinque anni: gli italiani bevono meno. Se infatti si paragonano le tendenze del 2023 con quelle del 2019, emerge un calo dei consumi di vino dell’8%, con un crollo dei rossi (-15%, un duro colpo per la tipologia, bandiera del made in Italy), una tenuta dei vini Dop, con una timida crescita generale in termini di valore (2,6% nell’ultimo anno).
A crescere sono solo gli spumanti, trainati dal Prosecco DOP, che si conferma l’orgoglio della produzione tricolore: +19%. E crescono anche i rosati (+17%).
L’analisi emerge dagli studi dell’Osservatorio Uiv-ISMEA su dati base di Ismea-Nielsen-IQ che ha preso in esame le vendite di vino in Gdo e retail di tutto il 2023 mettendo a confronto i consumi con i 5 anni precedenti.
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Fonte: La Stampa