Export asti spumante a +16% (168 mln di euro). Barbero (Presidente): Asti Spumante DOP, mai così bene dal 2013. Ora promozione con collettive a Prowein e Vinitaly.
(Asti, 17 marzo 2023). Performance 2022 complessivamente positiva per la denominazione Asti Spumante DOP e Moscato d’Asti DOP, che ha chiuso l’anno a quota 102,7 milioni di bottiglie prodotte (0,75/litri), in leggero incremento (+0,5%) sul 2021 e in crescita del 22% rispetto all’immediato pre-Covid. Lo rileva il Consorzio per la tutela dell’Asti DOP sulla base delle fascette di Stato consegnate lo scorso anno per i vini imbottigliati e immessi sul mercato. Nel dettaglio, è segnalato in ulteriore crescita l’Asti Spumante (+11%, a 67 milioni di bottiglie) grazie agli incrementi in doppia cifra nei mercati di sbocco, mentre rallenta il Moscato d’Asti (-14%, 36 milioni di bottiglie), complice la contrazione degli ordini – dopo il boom del 2021 – del mercato statunitense, che da solo vale quasi la metà del mercato.
“Siamo molto soddisfatti per i numeri dello Spumante – ha detto il presidente del Consorzio Asti, Lorenzo Barbero – che prosegue la sua progressione positiva con il miglior risultato a volume dal 2013. La battuta di arresto del Moscato d’Asti a nostro avviso è fisiologica e paga l’exploit del 2021, anno record della DOP; ma considerando le medie degli ultimi 5 anni il dato è perfettamente in linea. In generale, apprezziamo lo sviluppo della piazza italiana (+11%) a riprova di come anche le scelte di promozione operate nell’ultimo triennio stiano andando nella giusta direzione. Per il 2023 intensificheremo l’attività sia sul fronte nazionale che internazionale, con iniziative di presenza dei nostri brand in occasione di grandi eventi di settore, sportivi e fieristici, a partire dal prossimo Prowein di Düsseldorf (19-21 marzo) e Vinitaly (2-5 aprile) con 2 collettive importanti”.
Sul fronte dei mercati, l’Asti DOP chiude il 2022 con allunghi rilevanti nelle sue prime piazze di sbocco, con quasi 18 milioni di bottiglie dirette in Russia (+42%). A seguire, l’Italia (+11%) – a 7,1 milioni di pezzi – e il Regno Unito che superano una domanda statunitense in flessione così come la Germania, mentre è segnalata in sensibile crescita l’emergente Polonia. Numeri confermati dalla performance dell’export rilevata da Istat su tutto il 2022, con l’Asti Spumante a +16,2% a valore (168 milioni di euro il controvalore) e a +8,3% a volume. La forte contrazione tedesca (-47%) è stata più che compensata dalle significative crescite anche in tripla cifra di molti mercati emergenti, a partire da Austria, Polonia e Ungheria fino al Centro e Sud America, dove il valore della domanda è lievitato di quasi il 70%. Il Moscato d’Asti sconta la contrazione statunitense (-16%), che da sola assorbe quasi tutto il gap commerciale riscontrato sul 2021, mentre sono sostanzialmente stabili gli altri top buyer (Italia, Corea del Sud, Grecia).
Il vitigno Moscato Bianco che dà vita alla DOP piemontese è coltivato in 51 comuni della Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo. A oggi le aziende consorziate sono 1013, divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 aziende vitivinicole, 17 aziende vinificatrici e 15 cantine cooperative. Il 90% della produzione viene esportata.
Fonte: Consorzio per la tutela dell’Asti DOP