Presentata la 55esima edizione della fiera che dal 2 al 5 aprile a Verona ospiterà un settore che ha visto crescere le esportazioni negli ultimi dieci anni dell`80% e che ora deve difendersi dagli attacchi anti alcol portati da alcuni provvedimenti Ue.
Una filiera che vale 31,3 miliardi di euro, coinvolge 53omila aziende e oltre 87omila addetti. Un settore che realizza sui mercati esteri oltre il 50% delle proprie vendite con un fatturato di 7,9 miliardi di euro (cresciuto nel 2022 del 10%) e che proprio grazie alla propria propensione all`export guida la classifica delle “4A” (abbigliamento, alimentare, arredamento e automazione) della bilancia commerciale made in Italy.
È l`universo del vino italiano che si è dato appuntamento dal 2 al 5 aprile prossimi a Verona per la 55ma edizione di Vinitaly che è stata presentata ieri a Roma.
I numeri chiave del settore del vino made in Italy sono stati illustrati da Carlo Flamini dell`Osservatorio Unione italiana vini-Vinitaly e da Giuseppe Schirone di Prometeia. Il rapporto di Uiv-Vinitaly e Prometeia ha analizzato i numeri espressi dalla filiera vino a partire dal vigneto fino alle fasi distributiva e commerciale. La filiera “core” ovvero quella che riguarda coltivazione, produzione e vendita vale 26,2 miliardi di euro (16,4 per la parte produttiva e 9,8 le vendite al dettaglio e all`ingrosso) e conta 526mi1a aziende e 836mila addetti.
A questi numeri vanno sommati quelli della filiera “correlata” all`anello produttivo e che riguarda le tecnologie e i macchinari per il vigneto, la cantina e il controllo qualità. Un segmento che conta altre 1.850 aziende e 34mila addetti per un giro d`affari di 5,1miliardi di euro.
Un settore che è fortemente export oriented con vendite all`estero che lo scorso anno hanno sfiorato gli 8 miliardi. «Un risultato – si legge nel rapporto Uiv-Prometeia – ottenuto al termine di un decennio di crescita in cui spedizioni sono aumentate di oltre l`80%. Questa naturale vocazione ai mercati esteri del vino ne determina anche il ruolo di “apripista” a beneficio di altri comparti dell`agroalimentare. Si stima infatti che negli ultimi 15 anni ad ogni punto di crescita delle esportazioni di vino sia associato, due anni dopo, un progresso di o,8 punti percentuali per gli altri prodotti agroalimentari».
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Fonte: Il Sole 24 Ore