La vendemmia delle uve bianche dei vini Colli di Parma DOP è pressoché terminata nella zona della denominazione di origine protetta . Per contro, quella delle uve rosse è cominciata da poco. In pianura la raccolta delle bianche è già conclusa e, delle rosse, ha avuto inizio da alcuni giorni.
«Le uve bianche raccolte – dice Isidoro Lamoretti, viticoltore della zona dei Colli – erano molto buone e sane. Diciamo che quest’anno c’è una forbice molto stretta tra le belle e le brutte, ovvero minore rispetto all’anno scorso e al 2014. In pratica non ci sono uve che si possano definire brutte». A ciò si aggiungono «una buona acidità e un buon livello di zuccheri, che potrebbero dare origine a prodotti profumati. Anche la quantità– prosegue Lamoretti – è buona e superiore di circa il 5% a quella del 2015, un’annata, a dir il vero, non eccelsa sotto questo aspetto, visto che si era registrata una diminuzione. Il quantitativo di uve bianche raccolto quest’anno è paragonabile a quello del 2013».
In generale, le uve non hanno registrato grossi problemi, per quanto riguarda la peronospora e l’oidio. Il discorso, però, è legato ai trattamenti, effettuati nel periodo giusto, da fare a titolo preventivo. I viticoltori possono trovare delle indicazioni utili nei bollettini di produzione integrata e biologici emessi settimanalmente dal Consorzio fitosanitario provinciale di Parma. Secondo Lamoretti «se fosse piovuto tra la terza decade di luglio e la prima settimana di agosto, avremmo avuto vini da definirsi eccezionali, a seguito di uve piene e rigogliose». «Le uve bianche – afferma Giovanni Grasselli, presidente del Consorzio volontario provinciale per la viticoltura-Enopolio di Parma – erano qualitativamente belle ma, come Consorzio, non ritiriamo grandi quantitativi. La raccolta delle uve rosse è cominciata il sette settembre».
Fonte: Gazzetta di Parma