Dal 31 dicembre 2015 la Ue ha abolito anche il regime dei diritti di impianto dei vigneti, sostituito dal 1° gennaio 2016 con un nuovo sistema di autorizzazioni che rimarrà in vigore sino al 31 dicembre 2030. Da quest’anno, dunque, i viticoltori che intendono impiantare un vigneto non dovranno più possedere o acquistare i diritti di impianto. Dovranno invece avere un’autorizzazione di impianto o reimpianto dal Ministero per le politiche agricole. Le autorizzazioni sono concesse gratuitamente, hanno una durata massima di tre anni e non sono trasferibili né a titolo oneroso né a titolo gratuito.
Per evitare che le superfici vitate esplodano, ogni Stato può concedere autorizzazioni fino a un massimo dell’1% annuo della superficie vitata nazionale. L’Italia può assegnare ogni anno autorizzazioni per circa 6500 ettari. Se le richieste di autorizzazioni ammissibili risultano inferiori a 6500 ettari, vengono tutte accettate. Se invece le richieste di nuovi vigneti sono per un numero maggiore di ettari, sono concesse in proporzione in base a criteri di priorità Le domande di autorizzazione vanno presentate al Mipaaf dal 15 febbraio al 31 marzo di ogni anno in modalità telematica nell’ambito del SIAN.
In Italia sono circa 40.000 gli ettari interessati a diritti di impianto che i possessori non hanno esercitato entro il 31 dicembre 2015. A questi viticoltori con diritti di impianto ancora validi, viene data la possibilità di convertirli in autorizzazioni sino al 2020. Dal 1° gennaio 2016 solamente le autorizzazioni al reimpianto potranno essere utilizzate per ricevere l’aiuto, mentre gli impianti legati alle nuove autorizzazioni dovranno essere effettuati interamente a spese del produttore.
Fonte: ilnuovoagricoltore.it