Nadia Betti vice presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno in questa emergenza da Coronavirus: “Il COVID-19 – spiega – ha azzerato le vendite per quanto riguarda il canale Horeca. La chiusura dei ristoranti e delle enoteche ha portato ad un azzeramento dei consumi. Contrazione registrata pure nell’export, soprattutto nei Paesi di riferimento come Germania e Stati Uniti. Inoltre il 30% della Vernaccia di San Gimignano DOP veniva venduta all’interno del territorio grazie anche ai circa 3 milioni di turisti, questo non avverrà adesso. È andata abbastanza bene nella grande distribuzione e una voce interessante viene dalla vendita on-line, decisamente aumentata”.
Quali saranno le attività che il Consorzio Vernaccia di San Gimignano pensa di mettere in atto per supportare le imprese nei mercati?
“Tenuto conto che dobbiamo pensare che l’avvenire non sarà sicuramente il prolungamento del passato, secondo noi è il momento di essere veramente forti, di lavorare sia per la nostra comunità sia nel sostenere i nostri produttori. Servono azioni di marketing rivolte pure alle stesse aziende per aiutarle da un punto di vista psicologico. Il nostro motto è ‘l’unione fa la Vernaccia di San Gimignano’ ma anche la ‘Vernaccia ci dà la forza’. Con la filiera vitivinicola nazionale stiamo invece rigettando tutte quelle che sono le idee di procedere con la distillazione obbligatoria così come la vendemmia verde per appezzamento”.
Perché?
“Noi la vendemmia verde la facciamo tutti gli anni, ma per dare qualità alle nostre produzioni e non per buttare a terra una parte del prodotto al fine di non destinarlo alla commercializzazione. Per quanto riguarda la distillazione obbligatoria siamo completamente contrari in quanto ci porta scompensi finanziari. Ricordiamoci che la Vernaccia di San Gimignano DOP produce al massimo 63 ettolitri di vino per ettaro e c’è da tenere conto pure dei costi della vinificazione. Aderiamo invece alle misure previste come lo stoccaggio e stiamo pensando come Consorzio alle modalità di affitto di magazzini comuni per far stagionare e affinare le nostre bottiglie”.
Quale sarà l’azione che il Consorzio pensa di mettere in atto per informare il consumatore?
“È allo studio un progetto che abbia azioni di comunicazione on-line sul breve, medio e lungo periodo. Una forma stabile per soddisfare quelli che sono i nostri compiti istituzionali di promozione, valorizzazione e tutela delle nostre produzioni”.
Questo cambiamento potrà portare opportunità alle imprese?
“Tutti i vincoli possono essere trasformati in opportunità. La quarantena ci ha riportato il tempo, un fattore di produzione prezioso che negli ultimi venti anni non ci era mai stato offerto. In questo periodo siamo stati molto più in campagna e in cantina e ci ha fatto capire che se noi lavoriamo garantendo la migliore qualità riusciremo a produrre un vino che troverà molto più spazio nella nicchia in cui comunque va a collocarsi”.
Quale attività potrà organizzare il Consorzio per rilanciare il turismo nel territorio?
“La Vernaccia di San Gimignano DOP è uno dei pochi vini che porta nel suo nome il territorio di produzione. Probabilmente il turismo, anche di massa, a cui era abituata la città per qualche tempo non ci sarà più. È l’occasione quindi di pensare insieme all’amministrazione comunale a valorizzare il territorio, a dargli una forma più umana e cercare soprattutto quel turismo sostenibile che è il fiore all’occhiello della Toscana. Inoltre San Gimignano è tra i territori italiani più agrituristici e dove la maggior parte della superficie agricola utilizzata è già biologica. Per cui offriamo un territorio salubre. Grazie pure all’iniziativa della Regione Toscana, a tutti i turisti sarà offerta la garanzia della sanità gratuita. Questo è un privilegio rispetto ad altre Nazioni. Supereremo bene questa crisi”.
Fonte: Consortium 2020_02