Molte le società indagate che falsificavano documenti e fatture per acquistare del comune vino bianco e rivenderlo come Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP.
La Procura della Repubblica di Fermo ha emesso l`avviso di chiusura delle indagini preliminari per il falso Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP, formulando pesanti capi d`imputazione a carico di tutti i sette indagati oggetto delle attività investigative dell`Icqrf (ispettorato centrale repressione frodi) del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
I reati contestati vanno dall`associazione a delinquere, finalizzata alla contraffazione di vino Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP (ben litri 873.160 litri di prodotto), alla frode in commercio, con l`aggravante prevista per i prodotti tutelati a marchio DOP. La Procura ha contestato anche il reato di falsità nelle fatture e nei documenti di trasporto emessi con l`indicazione Verdicchio Riserva DOP, anziché vino bianco come invece indicato negli esemplari dei medesimi documenti detenuti dalla società venditrice.
Tale sistema, consentiva alle società indagate di acquistare del comune vino bianco, inserendolo nella propria tracciabilità aziendale, e di venderlo spacciandolo per Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP. L`Autorità giudiziaria ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti i soggetti indagati nell`ambito del procedimento penale del falso Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP commercializzato nella Grande distribuzione organizzata a marchio Eurospin, negli anni dal 2013 al 2018, ad opera di una società della provincia di Ascoli Piceno (Piceno Food srl e Tenute del Borgo srl), con cantina a Cossignano (Ap).
I fatti risalgono alla primavera del 2018 quando venne scoperta la commercializzazione di ingenti quantitativi di vino falsamente etichettato come Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP dei confezionato in dame da 5 litri a marchio Corte Farfense. A capo di entrambe le società coinvolte, con il ruolo di organizzatore e promotore delle attività delitto, c`era un imprenditore ascolano di 55 anni, da sempre nel settore vitivinicolo ed agroalimentare Piceno nonché negli anni 2000 ai vertici del Consorzio Agrario Piceno.
Fonte: Il Resto del Carlino