Che la vendemmia 2017 sarà scarsa è ormai una certezza, le vere incognite almeno per il mondo produttivo italiano sono ora sul fronte dei prezzi. Dubbi che sono emersi in maniera chiara margine della presentazione delle stime 2017 di Ismea e Unione italiana vini e che si è tenuta nei giorni scorsi al Ministero delle politiche agricole. Per Ismea e UIV si andrà a malapena oltre i 40 milioni di ettolitri con un calo rispetto al 2016 del -26%, crollo produttivo dal quale non si salverà nessuna regione. Anche la Campania, (unica regione in crescita secondo le precedenti previsioni di Assolenologi), secondo Ismea-Uiv non riuscirà a evitare la flessione registrando un calo del -12,5%.
«Una vendemmia – ha commentato il presidente dell’Unione italiana vini, Ernesto Abbona – che è riuscita a limitare i danni solo in quelle zone nelle quali si fa una viticoltura professionale e dove la vite è una coltura maggiormente radicata». Ma al di là delle minime differenze statistiche tra le due rilevazioni nel corso della presentazione è emersa forte la preoccupazione del mondo produttivo per l’andamento dei prezzi. «Una tendenza che già si è evidenziato nonostante la vendemmia sia ancora nella sua fase iniziale – ha spiegato Fabio Del Bravo di Ismea -: l’indice dei prezzi di Ismea infatti ha già registrato un incremento medio del +2%».
Un trend già emerso non solo in Italia ma anche in altri Paesi: in Europa, a seconda delle stime, nel 2017 potrebbero mancare all’appello tra i 25 e i 30 milioni di ettolitri di vino. «Staremo a vedere i trend di mercato delle prossime settimane – ha aggiunto il direttore di Ismea, Raffaele Borriello – anche se restiamo dell’idea che in questa campagna difficile un’efficace gestione delle scorte in Italia consentirà di fronteggiare i deficit quantitativi della vendemmia».
Fonte: Il Sole 24 Ore – Agrisole