Andrà meno peggio di quanto si prevedesse, almeno per i volumi prodotti. La primavera dal tempo ballerino e l’estate piovosa in qualche regione facevano prevedere una vendemmia problematica,soprattutto per la qualità. Invece ieri le stime di Unione italiana vini (Uiv) e Ismea hanno tranquillizzato sul fronte dei volumi: l’Italia si confermerà primo produttore mondiale di vino con 48,5 milioni di ettolitri. Rispetto al 2015, anno record per i volumi del settore vitivinicolo italiano (49,3 milioni di ettolitri), le previsioni Ismea registrano un calo del 2%, dato che permette comunque di consolidare la posizione dell’Italia come massimo produttore mondiale, davanti a Francia (42,9 milioni di ettolitri, -10% sul 2015), Spagna (42-43 milioni,stabile), Germania (9 milioni, stabile) e Portogallo (5,6 milioni,-2o%).
Nella mappa territoriale, le quattro Regioni pesi massimi ottengono risultati diversi: nella vendemmia 2016 il Veneto (grazie ai nuovi impianti) incrementa del 12% la produzione sfiorando i 10 milioni di ettolitri, seguito da Emilia Romagna ( 5%, 7,7 milioni), e Puglia ( 296,7,7 milioni ), ma la Sicilia scivola del 15% a 4,7 milioni. In calo la produzione in Toscana (-8%) e Campania (-2o%). Nel 20151 l’export tricolore ha toccato il record dei 5,4 miliardi (ma in flessione a volume) e nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un ulteriore balzo del +3,7% a valore e dell’1,3% a volume.
«L’Italia si conferma primo produttore di vino per quantità – ha commentato il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina-. Ora però dobbiamo diventare leader anche per valore. Una sfida che vogliamo e dobbiamo vincere insieme ai produttori, continuando a investire su qualità e innovazione». Quanto alla sfida dell’ecommerce, Martina ha ricordato che «Il 9 settembre il nostro Paese sarà protagonista sulla piattaforma di ecommerce Alibaba in occasione della giornata dedicata al vino. Un segnale importante che ci dimostra le potenzialità di questo settore e le occasioni da cogliere sui mercati internazionali».
II presidente di Uiv Antornio Rallo ha sottolineato che «i dati sull’export nei primi cinque mesi sono confortanti, tuttavia dobbiamo fare di più sul fronte commerciale, semplificando e razionalizzando l’offerta del prodotto secondo il modello seguito, ieri, dal Prosecco e, oggi, dalla Doc Pinot Grigio delle Venezie, dove l’integrazione della filiera produttiva non ha sacrificato le specificità territoriali». Rallo ha poi ribadito che «recuperiamo volumi sull’export, aumentano i vini DOP e IGP, ma la crescita è ancorainferioreadaltri competitor internazionali e realizzata in prevalenza grazie agli spumanti Un successo, quello delle bollici-ne, che deve continuare ma non può, da solo, supportare la crescita delle nostre esportazioni».
Fonte: Il Sole 24 Ore