Avvenire
È la seconda più scarsa dal 1950. Tutta colpa del grande caldo. Ma per gli enologi la qualità non ne risentirà.
Gli enologi l’avevano detto qualche mese fa, al loro congresso: il global warming fa paura alle campagne, ma non ai vigneti; in cantina gli effetti del grande caldo si possono padroneggiare. Puntuale, arriva la conferma: la vendemmia, partita in anticipo sotto la spinta di sette anticicloni, fa registrare un ulteriore calo della produzione (3,5% rispetto al 2011 e -8% su base quinquennale), mala qualità non ne risente. Anzi, se settembre non deluderà, secondo Assoenologi si potrà puntare a un millesimo “di alto livello”. Il report annuale dell’associazione che raggruppa il 90% di enologi ed enotecnici è il più atteso, perché è da sempre la vera fotografia della vendemmia. Quest’anno le stime di una contrazione produttiva erano nell’aria, soprattutto al Nord e al Centro. Di una quan tità «inferiore del 5-10%» e di una «buona qualità delle uve» aveva parlato la Regione Veneto; e i produttori del Sagrantino, al presidente della Provincia di Perugia Vinicio Guasticchi che li premiava, hanno detto di sperare «nelle piogge previste per fine mese che potrebbero determinare un innalzamento della qualità dei rossi». Diversamente da quel che avviene ad altre colture, conferma Assoenologi, il clima bizzarro che nei mesi scorsi ci ha precipitati dalla neve al caldo torrido, incidendo non poco sul ciclo vegetativo, non ha stremato le vigne; semmai, ne ha contrastato le malattie, tant’è che il minor raccolto ora potrebbe essere ripagato con un ottimo prodotto in grado di confermare la tendenza, ormai consolidata nell’export, a recuperare in valore quel che si perde in volumi. Mentre i consumi interni continuano a calare (42 litri pro capite contro i 45 del 2007), le nostre vendite all’estero nonostante la crisi sono cresciute nel 2011 del 12% in valore e del 9 % in volume. E nei primi mesi di quest’anno si La vendemmia 2011 2012 (consuntivo) (stima) Fonte: Assoenologi avvista un decremento in volume del 5,5%, ma una crescita del 6,8% in valore. Nel 2012 immetteremo sul mercato, in base alle stime sul 15% del raccolto, 41,2 milioni di ettolitri di vino e questa sarà «la seconda ven da -5% a -15% (Lombardia, Trentino, Toscana) Centro Sud da 0 a +10% (Campania, Sicilia) ANSA-CENTIMETRI demmia più scarsa dal 1950 quando vennero prodotti 41 milioni di ettolitri – ricorda il direttore generale della Assoenologi, Giuseppe Martelli -, ma se nel mese di settembre si avranno temperature adeguate, giuste precipitazioni e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, non è escluso che si possa ottenere un millesimo di alto livello in molte regioni italiane. Il prossimo mese sarà determinante, in particolar modo peri vini rossi». Il rapporto diffuso ieri conferma che l’Italia del vino è divisa in due, con flessioni importanti al CentroNord e una produzio ne in rialzo anche del 10% nel Mezzogiorno. Meno esaltante il profilo dei bianchi.