La vendemmia del 2018 parte nel segno dell’ottimismo secondo le prime indicazioni di due delle principali organizzazioni agricole del Paese. Confagricoltura prevede un aumento dei raccolti in Emilia Romagna del +25%, in Veneto, Trentino e Umbria tra il +15% ed il +20%, in Lombardia e Marche tra il +5% ed il 10% ed in Puglia raccolti probabilmente nella media, nonostante le pesanti grandinate che hanno colpito i filari del Primitivo di Manduria. In alcuni areali del Lazio, invece, si annuncia un calo della produzione dovuta alla forte pressione di malattie fungine. Peronospora e mal dell’esca, dovuti alle piogge, hanno creato problemi in alcune zone d’Italia. Nel complesso, però, le piogge, spesso necessarie, delle ultime settimane non hanno provocato danni, e la qualità delle uve appare ottima, con acidità e gradazione nei giusti parametri. In Franciacorta, dove si è già al lavoro, si prospetta una vendemmia lunga e minuziosa, ed un ruolo sempre più centrale, secondo Confagricoltura, ce l’avrà la precision farming, con rilevazione dei dati da sensori, satelliti e droni grazie ai quali esaminare le curve di maturazione ed avere una panoramica in tempo reale della situazione analitica di ogni appezzamento.
Sulla stessa linea la fotografia del vigneto Italia scattata dalla Cia – Agricoltori Italiani, secondo cui sarà una vendemmia migliore di quella del 2017. Nonostante il maltempo agostano, che ha colpito alcune aree vitivinicole del Paese, la raccolta delle uve e la produzione di vino per la Cia – Agricoltori Italiani registrerà un incremento sostanziale in volume e un miglioramento della qualità. La produzione nazionale, quindi, si dovrebbe attestare attorno ai 48 milioni di ettolitri, con una crescita media compresa tra il +10% e il +15%, con punte del +30% attese in Sicilia e fino al +25% in Veneto. Due criticità, mette in guardia la Cia – Agricoltori Italiani, potrebbero, comunque, minare la vendemmia 2018 appena cominciata: fenomeni particolarmente violenti di maltempo e danni causati da animali selvatici. I grappoli maturi e profumati nei vigneti sono infatti di grande attrattiva per cinghiali e caprioli, soprattutto in regioni come Liguria, Umbria e Toscana, dove non mancano le denunce dei viticoltori. C’è comunque ottimismo tra i filari e nelle aziende, dove le uve si presentano ottime in tutte le aree vocate.
Fonte: Winenews.it