Previsti 46 milioni di ettolitri. Il 50% della nostra produzione va all’estero per un totale di 5,1 miliardi. Di vendemmia ed altri riti si parla e si legge sempre di più da quando il vino, oltre che parte importante dell’economia agricola e nazionale, è diventato fatto di costume, oggetto di discussioni, di critiche, di recensioni, di rivalità, di sana competizione. Da quando cioè intorno al vino si intrecciano interessi e passione: dei vignaioli e dei buongustai, dei commercianti e dei sommelier, degli enologi e di chi semplicemente apprezza il colore e il sapore di un buon bicchiere di vino.
Così si incomincia dalle previsioni, che fanno capolino a primavera, dopo primi controlli in vigna; si prosegue con l’inizio dell’estate quando il grappolo inizia a prendere forma e si finisce con i risultati delle prime vendemmie.La pratica e l’esperienza raccontano che le prime raccolte partono in genere dal sud, dove a volte il lavoro tra i filari prende il via ad agosto appena iniziato. Il caldo fa maturare prima l’uva e quindi di conseguenza fa cominciare laraccolta. Precedenza, come dappertutto, alle uve bianche e a quelle usate come basi per lo spumante, chardonnay, pinot e sauvignon, in Sicilia, in Sardegna e in Puglia. Ma anche nelle zone del nord Italia vocate alla viticoltura per vini spumanti tutto parte ai primi di agosto.
Fonte: Unità