Valtellina Casera DOP: i risultati di uno studio sono stati presentati dal Consorzio tutela. Il presidente: “Affianchiamo alla tradizione un’importante base scientifica”
Una modifica del disciplinare del Valtellina Casera DOP per renderlo al passo coi tempi? Si può fare. È questa la conclusione alla quale sono giunti i vertici del Consorzio tutela Valtellina Casera e Bitto al termine di un percorso, durato due anni, in cui c’è stato uno studio capillare, con tante prove di carattere analitico e sensoriale sul gustoso formaggio.
I risultati dello studio sono stati presentati ieri, nella sede di Confindustria Lecco e Sondrio, in un incontro dal titolo “Soluzioni innovative per il miglioramento delle tecnologie di produzione del Valtellina Casera DOP nel percorso di rivisitazione del disciplinare (Simca)”, promosso dal Consorzio tutela Valtellina Casera e Bitto.
Il progetto Simca ha valutato oltre 450 campioni in due anni. I risultati confermano l’assenza totale di lattosio e galattosio, una buona presenza di diversi elementi nutritivi e il forte potenziale per migliorare ulteriormente la qualità del Casera. Una produzione stabile e in continua crescita con oltre 230.000 forme all’anno.
“Siamo giunti oggi alla conclusione di due anni di intenso lavoro sperimentale – ha dichiarato Marco Deghi, presidente del Consorzio Casera e Bitto –. In passato ci siamo spesso affidati alle pratiche tradizionali, senza approfondire in modo sistematico i fenomeni alla base della produzione. Oggi, invece, abbiamo voluto entrare in un maggior dettaglio, studiando i processi di trasformazione, le caratteristiche del latte, le variabili produttive e le innovazioni che negli ultimi 25 anni hanno influenzato la storia di questo formaggio”.
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Fonte: Il Giorno