Cresce lentamente, ma costantemente, sulle colline della Valcalepio la coltivazione biologica delle vigne e quindi la produzione di vini bio. E questo un primo dato che si può fissare a proposito della vendemmia 2020, che prosegue con regolarità e ottimismo. Il Consorzio Valcalepio calcola che la coltivazione bio sia arrivata ad un 20% dei vigneti a Denominazione di origine, percentuale giudicata decisamente interessante nel panorama nazionale. Il consorzio ha aggiornato il censimento: tra sode e non socie, le aziende bio sarebbero 13 e coprono un po` tutta l`area provinciale, nonché molte tipologie di vino prodotte in Valcalepio.
Alcune altre aziende hanno iniziato a lavorare per il bio ma sono ancora piccolissime realtà produttive. «Il totale degli ettari bio sono poco più di 70 – afferma Sergio Cantoni, direttore del Consorzio Valcalepio – e quindi è raggiunto i120 per cento della superficie vitata a Doc. La cosa interessante è che tutte le tipologie di Docg, Doc e Igt sono prodotte anche in bio e quindi sono in commercio. Purtroppo il numero di bottiglie prodotte varia di anno in anno, poiché il bio dipende, più della coltivazione tradizionale, dalle condizioni meteorologiche». «Alcune aziende – osserva ancora Cantoni – soffrono difficoltà di commercializzazione e, soprattutto le piccole, non sempre riescono ad avere costanza nella offerta sul mercato. La distribuzione interessa soprattutto il settore Horeca e quello della vendita diretta. Poca l`offerta nella Gdo che non offre possibilità di ricarichi necessariamente più alti, poiché la produzione bio a ettaro normalmente è inferiore a quella del disciplinare del 20-30%. I prodotti si presentano con caratteristiche organolettiche di grande qualità e garantiscono quello che promettono».
Marco Locatelli, azienda Tosca di Pontida, è stato uno dei primi a credere nel bio: «La scelta biologica irreversibile è stata una scelta culturale e non un espediente commerciale. Chi opera in questo regime fondamentalmente ci crede e insiste, cercando un equilibrio economico non facile. L`impossibilità di usare insetticidi di sintesi e concimi chimici rende difficile affrontare alcune avversità date dai parassiti, per cui occorre essere veramente convinti. Comunque i clienti gradiscono e ci incoraggiano a continuare su questa strada».
Fonte: L’Eco di Bergamo