Dopo il pomodoro anche l’uva da tavola, i grappoli restano invenduti: un’altra pesante crisi penalizza in modo rilevani e l’agricoltura pugliese
L’uva da tavola era pronta già a settembre ma non è stata assorbita dal mercato. «Ora non mi resta che tagliarla per le cantine che la pagheranno dieci centesimi al chilo, e noi ci rimetteremo quanto abbiamo investito. Tra l’altro non è consentito usarla per la vinificazione ma solo per estrarne succo». Saverio Radogna agricoltore e imprenditore della piana di Rutigliano (Bari) è abbattuto, ma indomito nel rivolgersi alle istituzioni.
La raccolta del 2021, spiega, è stata comproinessa dal clima e dall`umidità del mese di novembre che ha guastato il prodotto vanifindo tutto il lavoro.
Coldiretti ha parlato di «bilancio da profondo rosso, probabilmente Ia peggiore degli ultimi dieci anni», definizione ritenuta «esagerala» dal Consorzio per la valorizzazione e la tutela dellilva di Pupa Igp e dall`Apeo (Associazione dei produttori e degli esportatoti ortofrutticoli pugliesi).
Secondo il Consorzio dell’Uva di Puglia IGP l’annata non è da considerare «disastrosa» sollecita di incentivare aggregazioni dei produttori e di puntare su produzioni certificate IGP e innovare in varietà provenienti da filiere cento per cento italiane».
Fonte: Corriere della Sera