Il DAFNAE, già presente al Simposio Italia Next DOP, vince un “Progetto di Eccellenza” per ricerca, didattica e trasferimento tecnologico in viticoltura ed enologia
Il vino italiano, con una produzione, in crescita, di oltre 50 milioni di ettolitri, al primo posto al mondo, rappresenta il prodotto che sempre più si impone sulle attività economiche dell’agroalimentare italiano.
Il valore di queste produzioni, un quarto dell’export agroalimentare del nostro paese, è secondo solo a quello della Francia. Per mantenere questi livelli di competitività sui mercati, il comparto vitivinicolo italiano deve affrontare sfide importanti, che rientrano in quelle tipiche della nostra epoca e che riguardano in particolare l’impatto dei cambiamenti climatici sul vigneto e sulla qualità dei vini, la sostenibilità della intera filiera, la tutela del territorio, la transizione ecologica e la rivoluzione digitale.
Per affrontare questi temi è dunque sempre più urgente e necessario intraprendere nuove azioni di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico, che, insieme a una rinnovata attività di formazione delle giovani generazioni, possano consentire al settore vitivinicolo di sostenere la qualità e l’identità del vino italiano a livelli in grado di mantenere il suo posizionamento sui mercati internazionali e di rispondere alle esigenze dei consumatori, sempre più sensibili e attenti non solo alla qualità del prodotto, ma anche ai temi ambientali.
II “Dipartimento di Eccellenza” con questa visione, il Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse naturali e Ambiente – DAFNAE dell’Università di Padova ha elaborato un nuovo progetto di sviluppo, che si è concretizzato nella vincita, per la seconda volta, di un importante finanziamento che il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) riserva a 180 progetti presentati dai migliori dipartimenti delle Università italiane, indicati come “Dipartimenti di Eccellenza”. Nella sua “mission”, il DAFNAE, cui afferiscono 85 docenti (20 ricercatori, 35 professori associati e 30 ordinari), 56 unità di personale tecnico-amministrativo e circa 160 collaboratori di ricerca (fra borsisti, dottorandi e assegnisti), per un totale di oltre 300 persone, ha anche l’obbiettivo di “promuovere la competitività del settore agroalimentare, l`uso sostenibile delle risorse naturali, la difesa delle piante e la valorizzazione dell`ambiente coltivato e della biodiversità”.
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Fonte: Il Sole 24 Ore