Gazzetta di Mantova
È una semplice equazione, rischia di costare molto cara ai suinicoltori. Dall’8 settembre, infatti, è stata adottata una nuova formula per determinare la percentuale di carne magra nelle mezzene. Col risultato che molte più cosce rischiano di finire fuori dai circuiti del DOP, come il Prosciutto di Parma DOP e il Prosciutto di San Daniele DOP. Cosa è successo? A spiegarlo è Francesco Ronconi, presidente dell’Opas. In base alla quantità di carne magra, le carcasse venivano valutate secondo la scala “E.U.R.O.P.”. Con oltre il 55% di magro la fascia è E; poi, a scendere, ogni 5% di magro in meno si passa alle altre lettere. Buone per i circuiti DOP sono solo le tre categorie di mezzo, escludendo quelle più magre e quelle più grasse. «Una situazione che faceva scartare il 5-6% delle cosce per le DOP» ricorda Ronconi. Con la nuova equazione, è stata verificata la tendenza a rilevare il 4% di carne magra in più. Risultato: circa l’80% delle mezzene prima classificate U rischiano si ritrovano in classe E, quindi fuori dal circuito.
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