Progetti per la ricerca scientifica e tecnologica inseriti nella programmazione comunitaria 2014/20 «a sostegno dell’innovazione di prodotto, per garantire ai consumatori l’autentico succo di agrumi “made in Sicily”» «Chiediamo un nuovo Piano Agrumi, una nuova legge quadro (l’ultima risale al’98) che disciplini il comparto e punti all’interazione con enti pubblici, università ed enti di ricerca nei temi dell’innovazione, della comunicazione e del marketing delle eccellenze agrumicole siciliane». Federica Argentati è presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, una realtà da 2 mila addetti della filiera, oltre 21 mila ettari coltivati che produce un fatturato annuo aggregato di oltre 400 milioni di euro.
La Sicilia, dove le superfici agrumentate sono 93.771 ettari (circa il 60% del totale di quelle italiane), vanta quattro agrumi a marchio DOP, lGP (altri due sono incorsa per l’ambito riconoscimento). A Siracusa si è svolto un seminario organizzato in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole dedicato alle virtù salutari degli agrumi, e dal Distretto arriva una proposta chiara: una legge quadro che disciplini il comparto agrumicolo e valorizzi le eccellenze DOP, lGP e BIO prodotte in Sicilia e nuovi conclude la Argentati. Gioca in casa Fabio Moschella,presidente del Consorzio di tutela del Limone di Siracusa calcolosi renale che, oltre a seguire una dieta specifica, bevono ogni giorno 120 ml di spremuta di limone».
Fonte: La Gazzetta del Sud