La blockchain deve essere unica e va condivisa a livello nazionale. Per questo ci sarà un tavolo interministeriale, ma inizieremo a ragionare su questo tema dopo le elezioni europee perché in questo momento la politica italiana, soprattutto all’interno del Governo, è troppo litigiosa. Un argomento come la blockchain, che riguarda il futuro delle aziende italiane, non può diventare motivo di scontro». Lo ha annunciato a Milano il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, alla tavola rotonda che ha fatto il punto sullo stato dell’arte della blockchain a Tuttofood di Milano.
«Prenderò le mie decisioni più importanti dopo le elezioni europee- ha aggiunto Centinaio – Non voglio rischiare di veder fallire progetti importanti come questo. Quando avremo finito con questo circo mediatico delle elezioni europee chiederemo al Mise di lavorare a un progetto comune sulla blockchain». Ma di che cosa si tratta? Di un blocco di informazioni digitali che non si possono contraffare e rendono trasparente il percorso di un alimento odi una materia prima, dal produttore ai consumatore. La blockchain può essere quindi uno strumento di tutela dei marchi e dei prodotti nazionali, una garanzia di trasparenza verso il consumatore e di valorizzazione della filiera produttiva.
Nell’area Blockchain Plaza, organizzata in collaborazione con Amazon Web Services (Aws), Csqa Certificazioni, GS1 Italy, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ChoralChain, Tech Data Italia, Becker LIc, Infocert, l’attenzione si è focalizzata sulle potenzialità di questa tecnologia, oggi utilizzata per implementare tracciabilità e rintracciabilità, ma anche anti-contraffazione e controllo delle frodi. Il messaggio è chiaro: il futuro del settore agroalimentare si giocherà molto sulla blockchain, in grado di garantire competitività a tutta la filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare passando perla trasformazione.
II nuovo petrolio? Le informazioni «L’agricoltura 4.0 – ha spiegato Filippo Maria Renga , direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood – viene fatta con strumenti digitali che consentono di prendere le decisioni più efficaci, così come tracciabilità e qualità vengono oggi garantite da sistemi digitali». Le informazioni sono quindi oggi il nuovo petrolio: «Chi coltiva dati raccoglie valore- ha aggiunto ancora Renga citando 42 casi di aziende che hanno utilizzato la blockchain nel food tra il 2016 e il 2018». A questa nuova tecnologia, importante per la trasparenza dell’etichetta, guardano con interesse anche i consorzi dei prodotti a indicazione geografica, come ha sottolineato Cesare Baidrighi , presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano e di Origin, organismo che associa i Consorzi dei prodotti Dop e lgp. «I consorzi probabilmente sono i più affini alla filosofia blockchain, purchè la tecnologia possa essere di facile accesso».
Le filiere pilota Le prime filiere pilota della blockchain made in Italy, ossia quelle del Grana Padano DOP, dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, del Cioccolato Di ModicaIGP, e della filiera bio di alta qualità di Lattebusche, sono state presenta. Il percorso della certificazione attraverso la blockchain ha convinto dei resto anche aziende come Spinosa di Castel Volturno (Ce) specializzata nella produzione di mozzarella di Bufala Campana Dop. II consumatore può sapere da quali lotti di raccolta del latte proviene la mozzarella acquistata compresa la percentuale di contribuzione di ciascun allevatore. Allo stesso modo è possibile seguire il percorso che effettua il latte ogni giorno dagli allevamenti fino allo stabilimento Spinosa, le analisi effettuate prima, durante e dopo la fase di produzione. Per Maria Chiara Ferrarese , vicepresidente di Csqa, la blockchain rappresenta un’opportunità da cogliere, ma occorre che “tutti parlino la stessa lingua digitale”. Un linguaggio comune, secondo Alberto Frausin , presidente di GS1 Italy, c’è già: lo standard GS1 consente di identificare, catturare e condividere le informazioni lungo la filiera, renderle accessibili, corrette e facilmente comprensibili.
Fonte: Terra e Vita