Un «tavolo di crisi del Moscato» per trovare soluzioni al problema Asti DOP Spumante. Dopo il summit in Regione, a Torino, con l’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, i rappresentanti di parte agricola ed industriale si sono riuniti per trovare soluzioni alla crisi del Asti DOP che in 5 anni è passato da 68 a 48,5 milioni di bottiglie esportate. Nella cantine ci sono circa 500 mila ettolitri di vino invenduto. La parte agricola vorrebbe una nuova campagna marketing sia in Italia che all’estro mentre le grandi case spumantiere chiedono un biennio per ridurre le giacenze e rilanciare il prodotto.
La prima questione è la resa per ettaro, ciò quanto Moscato si potrà vendemmiare per produrre Asti DOP e Moscato d’Asti DOP: «80 quintali per la DOCG più altri 10 pagati come aromatico, ma sempre utilizzabili per fare Asti e Moscato d’Asti. La differenza di prezzo, quella tra le uve DOCG e quelle aromatiche di questi 10 quintali, dovrà finire in un fondo per la promozione. Circa 7 milioni di euro» è la proposta di Giovanni Satragno, presidente di Asso Moscato. «Settanta quintali di uva per ettaro, altri 10 che potranno diventare DOP in caso di richieste di mercato e 50 quintali di aromatico» la controproposta di Lorenzo Barbero, manager Campari e portavoce della parte industriale.
Fonte: La Stampa