In arrivo una nuova certificazione volontaria per gli standard in allevamento. Dalla cura dei propri animali nascono processi produttivi più sostenibili e prodotti di maggior qualità. Opportunità per gli allevatori e garanzia per i consumatori.
Il 90% degli europei ritiene che un’etichetta sul benessere animale sarebbe uno strumento utile di informazione circa il trattamento degli animali coinvolti nella catena alimentare. Lo dice una vasta consultazione svolta dalla Commissione europea, confermando tendenze note da tempo: i consumatori sono sempre più esigenti da questo punto di vista, e premiano i prodotti che offrono maggiori garanzie sul tema qualità della vita degli animali.
Il tema del benessere animale non è nuovissimo: se ne iniziò a parlare negli anni Sessanta. Il rapporto Brambell del 1965 indicava le cinque libertà degli animali, poi riprese nella Dichiarazione universale dei diritti dell’animale (1978): libertà da fame e sete, dal disagio ambientale, da dolore, ferite e malattie, di esprimere un comportamento normale e, infine, libertà da paura e stress. Di strada da allora se ne è fatta molta. E oggi il consumatore che sceglie un alimento di origine animale prodotto in Europa, tra cui il latte e i suoi derivati, può contare sulla massima tutela, dato che gli standard Ue sono tra i più elevati al mondo.
Sqnba, un Sistema di qualità
È in questo contesto che andiamo a conoscere un nuovo acronimo, Sqnba, ovvero “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale“. Previsto da una legge del 2020, è riconosciuto e regolamentato – insieme ad Accredia – dai due Ministeri che hanno competenza nel settore alimentare, Agricoltura e Salute. L’obiettivo è di assicurare qualità alimentare, sostenibilità economica, sociale e ambientale dei processi produttivi nel settore zootecnico, e insieme migliorare le condizioni di benessere e salute degli animali e ridurre le emissioni nell’ambiente. Il Sistema di qualità – con adesione volontaria – è costituito da requisiti di benessere animale superiori a quelli delle norme europee e nazionali. Consentendo agli operatori che vi aderiscono divalorizzare i propri prodotti agli occhi dei consumatori. L’adesione al Sistema consentirà inoltre una via d’accesso prioritaria ai contributi comunitari specifici previsti dalla Pac.
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Una filiera responsabile
È una sfida importante, ma anche un’opportunità per un settore, quello zootecnico, che già investe in maniera rilevante sulla strada della sostenibilità. Facciamo un esempio guardando ad un’azienda bergamasca, la Zanetti Spa, leader nella produzione ed esportazione di formaggi italiani. Tramite il suo Bilancio di sostenibilità, l’azienda rendiconta da anni l’impegno per una responsabilità di impresa lungo tutta la filiera produttiva. Per questo, pur non allevando direttamente bovine da latte, presta una grande attenzione ai temi dell`allevamento e del benessere animale. Tutti i conferenti latte di Zanetti possiedono l’attestazione ClassyFarm, superando il punteggio del 60%. Una quota che, dall`i gennaio scorso, è stata portata al 70% per il Grana Padano, innalzando ancor di più l’asticella della qualità. Decisivi sono poi i controlli (1.400 in un anno) con cui si verifica il mantenimento nel tempo delle condizioni di igiene e benessere delle bovine. Anche per questo impegno, l’azienda ha raggiunto dal 2022 il traguardo di certificazione di filiera per i caseifici di Marmi rolo, in provincia di Mantova, e San Gervasio, nel Bresciano. Si tratta del disciplinare tecnico DTP 122 rilasciato da CSQA che permetterà l’utilizzo del claim “Benessere animale“. L’ultimo Bilancio di sostenibilità, relativo al 2021, è stato presentato al recente Cibus di Parma, dove l’azienda è stata anche premiata (ne parleremo nel prossimo numero) per il tema della più complessiva sostenibilità sociale.
Fonte: Eco Bergamo