L’UE è da tempo a lavoro per portare a termine alcuni regolamenti per la tutela e la protezione dell`agroalimentare IG, e l’anno 2021, da questo punto di vista, segna una svolta importante che dovrebbe produrre entro dicembre diverse normative che andranno a rafforzare i disciplinari dei prodotti d’eccellenza.
La notizia è importante per tutto il comparto agroalimentare, ma il disciplinare delle bevande spiritose trova il suo compimento proprio in questo anno: il 25 maggio – come sottolinea la Fondazione Qualivita – è entrato in vigore il regolamento UE n.787/2019 che regola il registro delle bevande spiritose a Indicazione Geografica, e impone un tracciamento rigido affinché i prodotti d`eccellenza europei siano tutelati e protetti da eventuali frodi alimentari (vedi il numero 384 – maggio 2021 – di questo Giornale).
La disciplina impone nuove regole nel caso in cui alcune bevande spiritose facciano riferimento ad altre bevande spiritose. Da adesso sarà obbligatorio indicare la denominazione legale all`interno dello stesso campo visivo in cui si fa riferimento all`allusione. Stessa cosa per quanto riguarda l`etichetta, eccezione fatta per i prodotti che riportano termini precisi come `liquore` o `crema`. Con queste novità il Regolamento europeo che disciplina le bevande spiritose IG trova il suo compimento, attuando un disciplinare in grado di potenziare e tutelare i prodotti d`eccellenza, certificati e garantiti come la Grappa e il Brandy italiano.
“E indubbio che il settore delle bevande spiritose, al pari di quello dei vini e delle specialità alimentari, vanta numerose denominazioni, sia a livello nazionale che internazionale, che affondano radici profonde nella storia, nelle tradizioni e nella cultura dei territori da cui esse hanno avuto origine e in cui sono tuttora prodotte”, commenta Cesare Mazzetti, presidente della Fondazione Qualivita. “Denominazioni di distillati prodotti in grandi volumi e assurti alla grande fama come Grappa, Cognac e Scotch Whisky, convivono con piccole produzioni come quella del Genepì del Piemonte o del Mirto di Sardegna”.
“Queste bevande – continua Mazzetti – che hanno una zona di origine, una tradizione produttiva, forti legami territoriali e una notorietà connessa al loro nome, hanno pieno titolo per farparte del grande paniere delle Indicazioni Geografiche e per godere delle speciali tutele assegnate alle IG. Le istituzioni europee già dal 2008 hanno riconosciuto questo carattere alle bevande spiritose, ma è solo con il Regolamento n. 787 del 2019 e con i due recentissimi Regolamenti di attuazione che si hanno regole certe e assolutamente inequivocabili per la gestione delle domande e delle procedure di riconoscimento. Importantissimo è poi l`inserimento delle bevande spiritose a IG nel registro telematico e Ambrosia, grazie al quale il pubblico interessato può avere accesso alle più dettagliate mazioni sulle Indicazioni riconosciute in Europa: una conferma dell`importanza che le regole per la tutela e la promozione e valorizzazione delle IG siano trasversali a tutti i settori interessati, cibo, vino e bevande spiritose, nella ricerca della massima efficienza e dei migliori risultati”.
Fonte: Giornale dei Distillatori