La Ue spalanca le porte all’agroalimentare taroccato. Doveva essere un caso di scuola per evitare il ripetersi di truffe nell’Unione. E invece la vicenda del Parmesan, “risolta” nel lontano 2008, sembra non aver insegnato nulla. E oggi l’Italia si trova nuovamente a fronteggiare una denominazione, questa volta croata, che mette a rischio il Prosecco made in Italy, re delle bollitine.
In Europa non solo si imitano i nostri prodotti, ora si arriva a regolarizzare i falsi! Rischi per la DOP economy, oggi l’Italia si trova nuovamente a fronteggiare una denominazione, questa volta croata, che mette a rischio il Prosecco italiano. E’ stata infatti annunciata da Bruxelles la prossima pubblicazione in Gazzetta ufficiale europea, della richiesta, da parte della Croazia, del riconoscimento della menzione tradizionale Prosek, un vino che non ha nulla a che fare con il Prosecco tricolore ma che lo evoca molto e che potrebbe sicuramente indurre in errore i consumatori europei e non solo (…)
(…)Una storia che si ripete. È la stessa vicenda vissuta dal blasonato Parmigiano Reggiano nei primi anni Duemila, quando il Parmesan spopolava in Germania. Ma allora la Commissione Ue fu ferma nel decretare che Parmesan non era affatto un nome generico, come sostenevano i tedeschi, ma un’evocazione della denominazione Parmigiano Reggiano (…)
Il trionfo dei falsi. La questione è delicata e riguarda tutte le denominazioni nazionali, dal Nord al Sud: Dal Prosecco all’olio extravergine, dai formaggi ai salumi, fino ai vini, è un trionfo di falsi per un giro o d’affari che nel mondo ha sfondato i 100 miliardi (…)
Fonte: Il Quotidiano del Sud