L’Europarlamento sblocca 10 miliardi per sostenere le imprese agricole europee
Già dal 2021 l’agricoltura europea potrà disporre di 10 miliardi di euro del Recovery Fund e la fetta a disposizione delle imprese italiane sarà di 1,22 miliardi di euro. Dopo solo due round negoziali tra Parlamento e Consiglio UE per la mobilitazione dei fondi Next Generation Eu per lo Sviluppo rurale, ieri è stata raggiunta l’intesa, che a dicembre dovrà essere validata dalla plenaria, ma senza possibilità di modifica.
«Si tratta di un’iniezione di liquidità senza precedenti – ha detto Paolo De Castro, relatore per il Parlamento europeo della parte agricola dello strumento europeo per la ripresa – oltre 8 miliardi di euro che si sommano a un anticipo di 2,6 miliardi dei fondi per lo Sviluppo rurale, disponibili già nel 2021 e 2022. E poi è solo il punto di partenza: questi fondi potranno essere cofinanziati con ulteriori risorse nazionali, moltiplicandoli fino a cinque volte».
In linea con gli obiettivi delineati dal Green Deal europeo, almeno il 55% dei fondi dovrà supportare giovani e piccole imprese agricole, così come dovrà sostenere investimenti che promuovano lo sviluppo tramite l’agricoltura di precisione, la digitalizzazione, la modernizzazione dei macchinari, il miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro, la promozione di filiere corte, lo sviluppo di energie rinnovabili o l’economia circolare. Per tutti questi investimenti, agricoltori e operatori agroalimentari potranno essere supportati al 75% delle spese sostenute, rispetto al 4o% attuale. Inoltre, il livello massimo di aiuto al primo insediamento dei giovani agricoltori è stato innalzato dagli attuali 7omila fino a 100mila euro.
«Affinché la ripresa del settore possa contemperare sostenibilità ambientale, sociale ed economica – ha spiegato De Castro – almeno il 37% dei fondi sarà destinato a misure ad alto beneficio ambientale». Tra queste ci sono, ad esempio, l’agricoltura biologica, la riduzione delle emissioni agricole di gas serra, la conservazione dei suoli, una migliore gestione idrica e il benessere animale.
«Questo accordo – conclude De Castro – è stato raggiunto in tempi brucianti grazie alla collaborazione con la Presidenza tedesca del Consiglio e vuole essere un gesto concreto di solidarietà verso un settore che, anche nelle fasi peggiori della pandemia, non ci ha mai abbandonato, mettendo a rischio la salute degli operatori pur di continuare a garantire che il cibo arrivi sulle nostre tavole».
Fonte: Il Sole 24 Ore