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Il focus sulla qualità e stilla polarizzazione delle vendite avevano mantenuto i salumi DOP e IGP a lungo al riparo dai venti di recessione. Ma, complice anche la corsa dei prezzi, nell’ultimo anno i cosiddetti tutelati hanno registrato segnali di flessione, spingendo i player a diversificare le strategie commerciali e interrogarsi sulle prospettive a medio termine. Dai rilevamenti Ismea, infatti, emerge che il mercato nel 2013 ha frenato di 1,4 punti percentuali a volume, con una performance negativa che è andata poi accentuandosi nei primi mesi del 2014. Considerando però l’intero comparto dei salumi, in discesa del 5% secondo i dati Nielsen, il settore DOP e IGP conserva comunque un trend migliore
a comprova delle potenzialità dell’offerta e dell’appeal che sa riscuotere tra i consumatori. D’altronde, si rilevano tendenze piuttosto differenziate tra le varie famiglie di prodotti, anche in relazione alle strategie della GDO, Mentre per i crudi, in particolare Parma e San Daniele, le vendite calano sensibilmente, la mortadella igp ha sostanzialmente tenuto i volumi del 2012, chiudendo l’esercizio con un consumo di 38 milioni di chili, di cui il 10% ha preso la strada dell’export.