Il 21 e il 22 settembre porte aperte in aziende di tutta Italia. Il settore sta spopolando nel mondo del turismo enogastronomico e questo è un modo per conoscere la produzione e vivere un’esperienza.
Sarà per l’ormai consolidato interesse di molti per il cibo o per il nuovo modo di concepire il viaggio. Forse per la consapevolezza che la cultura non si trova solo nei musei e negli edifici storici, ma vive anche nelle abitudini alimentari dei popoli, nel modo di preparare i cibi e di produrli. Sarà per tutte queste ragioni e infinite altre che negli ultimi anni l’enogastronomia è diventata un traino per il settore turistico.
Come emerge dall’ultimo Rapporto sul Turismo Enogastronomico – all’undicesima edizione, realizzato da Roberta Garibaldi, docente universitaria e esperta del settore – l’enogastronomia non solo occupa una posizione importante nei desiderata dei turisti, ma in modo sempre crescente influenza le scelte di viaggio fino a diventare motivazione primaria per il 58% dei casi nel 2023.
All’interno di questo panorama il mondo del vino è storicamente in cima alle preferenze dei turisti, ma in questi anni l’interesse ha cominciato a dilagare verso altri ambiti, come l’olio, la birra e il formaggio. Sul rapporto del 2023 si legge: “Il 74% dei turisti italiani ha visitato luoghi di produzione nel corso dei viaggi degli ultimi 3 anni: in testa troviamo le cantine (con il 34%), seguite da caseifici ed aziende agricole (28%). Cresce l’attenzione verso le experience in tutti i luoghi di produzione: in particolare, l’interesse verso il formaggio raggiunge (quasi) quello per il vino.”
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Fonte: Repubblica.it