Dalla Conferenza mondiale dell‘enoturismo Unwto emergono nuovi modelli per aiutare il settore in forte crescita ma minacciato dal caro energia: si punta su metaverso e digitalizzazione
Alba (CN) caput mundi per quanto riguarda il vino. La tre giorni organizzata nella città piemontese, che ospita il forum mondiale dedicato al turismo enologico, ha messo in mostra i territori di Langhe, Monferrato e Roero, patrimonio culturale dall’Unesco. La sesta edizione della conferenza mondiale promossa dalla World Tourism Organization, organizzata con il ministero del Turismo, Enit e Regione Piemonte, ha riunito i protagonisti internazionali dell’enoturismo. Dalle Nazioni Unite è arrivato un riconoscimento ad Alba come wine destination mondiale: un esempio da seguire per le altre località. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, insieme all’amministratore delegato di Enit, Roberta Garibaldi, hanno esortato all’utilizzo della tecnologia per stare al passo con i tempi e arrivare in tutto il mondo. Senza dimenticare la sostenibilità, un concetto tanto difeso da Slow Food e ricordato alla presenza di Carlin Petrini, attore protagonista nella salvaguardia dei territori. Turismo lento e cicloturismo stanno infatti registrando grande richiesta.
I numeri dell’enoturismo
L’enoturismo vale complessivamente 2,5 miliardi di euro l’anno, in base al 17° Rapporto Città del Vino, mentre sono circa 14 milioni i turisti legati al settore (fonte dati: “17° Rapporto-Osservatorio del Turismo del Vino”). Un italiano su quattro si dedica all’enoturismo, secondo l’Osservatorio Vinitaly- Nomisma Wine Monitor, permettendo lo sviluppo e la valorizzazione dei territori. L’Italia è peraltro leader in Europa per numero di prodotti certificati con ben 844 referenze, delle quali 526 vinicole, in base all’Osservatorio Qualivita.
Per le aziende vinicole gli enoturisti incidono in media per il 27% del fatturato con più di 9 realtà su 10 offrono accoglienza enoturistica(74% tutto l’anno, mentre il 18% in alcuni periodi o mesi. La percentuale delle aziende vinicole che collaborano con le Ota si attesta invece al 58%. Le 25mila cantine aperte al pubblico danno lavoro a 30mila stagionali, secondo l’Ansa, mentre l’enoturista, secondo il Rapporto dell’Osservatorio Turismo del Vino, spende in media 85 euro per una giornata senza pernottamento e 160 se si comprende anche il pernottamento.
Il profilo del visitatore si divide tra 49% uomo e 51% donna. Il 60% ha meno di 35 anni e nel 76% dei casi condivide l’esperienza online, mentre nel 90% dei casi integra il vino con un’esperienza a 360° tra cultura, benessere e sostenibilità. Nel 2021 il fatturato del vino ha superato i 12 miliardi secondo i dati diffusi da Coldiretti, un trend in crescita anche per quanto concerne le esportazioni: nei primi cinque mesi del 2022 si è registrato un aumento del +14,2% delle vendite all’estero rispetto allo stesso periodo del 2021,e del +21,3% sul 2019.
Per la prima volta le esportazioni registrano numeri record, superando 7,1 miliardi e, secondo le proiezioni di Coldiretti, il valore delle esportazioni di bottiglie italiane potrebbe sfiorare gli 8 miliardi di euro nel 2022. Gli Stati Uniti, secondo l’analisi Winenews su dati Istat, si confermano il primo mercato di riferimento all’infuori dell’Ue, con 796,5 milioni di euro di vino italiano esportato (+12,5% sul 2021). In Cina le vendite sono invece diminuite del 10,3% (48,4 milioni), mentre in Russia del -30,9% (32,7 milioni). In Europa, il primo mercato è la Germania, mentre la Francia fa registrare un netto incremento negli acquisti di bottiglie italiane (44%). Dopo il rallentamento delle vendite nel Regno Unito, a causa delle difficoltà legate alla Brexit, il valore dell’export vinicolo è aumentato del 27,2% (294 milioni). Il vino è il prodotto italiano più esportato all’estero e rappresenta un elemento di traino per il Paese, tanto che, secondo Coldiretti, il settore offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone.
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Fonte: Italia a Tavola