Una corsa contro il tempo. Il 2° round di discussione del Ttip – il negoziato in corso tra Usa e Ue per costituire la più ampia zona di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico – non si è affatto concluso a Bruxelles venerdì. Prosegue questa e la prossima settimana. Obiettivo del surplus di lavoro, arrivare all’estate con «progressi sostanziali sulle regole, l’accesso al mercato el’armonizzazione dei regolamenti – ha spiegato venerdì il negoziatore Ue Ignacio Maria Bercero-ma soprattutto con un’idea compiuta del perimetro da dare al negoziato».
Intanto, la linea a è quella di lasciare per gli end games, cioè l’ultima fase del negoziato Ttip, i dossier più divisivi. Tra questi c’è la pretesa Ue di un riconoscimento Usa delle nostre denominazioni di origine, DOP e IGP agroalimentari. Sul punto, le posizioni restano lontane. La Commissione Ue ha deciso di legare il tema della protezione delle Indicazioni geografiche all’accesso al mercato. In pratica, ogni ulteriore confronto sul 3% di tariffe “escluse” dalla liberalizzazione nel precedente scambio di offerte avverrà solo dopo che anche la controparte statunitense avrà maturato, sul tema delle Indicazioni di origine, un livello di ambizione maggiore, più in linea con le aspettative della Ue. Un segnale. Ma non proprio una minaccia, visto che le tariffe sono già basse. La Ue propone comunque di azzerarne il 97%; gli USA l’87 per cento. Sul fronte agroalimentare, laUe punta al riconoscimento di una lista di marchi DOP e IGP.
Fonte: Il Sole 24 Ore