«Il Radicchio Rosso di Treviso IGP tardivo è attanagliato dai soliti problemi: non è conosciuto». Parole secche e decise quelle del presidente di Coldiretti Treviso Walter Feltrin, che torna a denunciare la facilità con cui il “fiore d’inverno” per eccellenza viene troppe volte spacciato per il meno costoso (e meno prezioso) precoce. «Il consumatore, sia all’estero che in Italia, viene di fatto ingannato, all’interno di un circolo vizioso che porta con sé azioni speculative e poca qualità» prosegue Feltrin, che poi svela il prossimo obiettivo di Coldiretti «abbiamo avviato le procedure per arrivare alla registrazione della DOP del radicchio, una tutela che potrà essere un nuovo punto di partenza per il mondo del radicchio tardivo».
Un nuovo punto di partenza, probabilmente lo stesso auspicato dal primo cittadino di Zero Branco Mirco Feston, ma che deve fare inesorabilmente i conti anche con la “concorrenza” delle vicine province di Rovigo, Padova e Venezia, troppo spesso capaci di «spacciare un prodotto come tardivo, pur non disponendo dell’acqua di risorgiva del Sile e sviluppando il processo di imbiancamento attraverso la marcitura» commenta infatti Feltrin. «I conti si faranno alla fine» conclude Feltrin «la media dei prezzi ultimamente si è alzata, di fronte ad una maggiore richiesta specialmente sotto le festività. Quel che dobbiamo ottenere, però, è che il consumatore sappia distinguere ciò che acquista».
Sempre in Coldiretti, anche per far fronte al problema del “falso tardivo”, una delle chiavi più importanti resta quella dell’export, assai cara al suo direttore Antonio Maria Giri. «Stiamo attuando una serie di valutazioni sul mondo delle esportazioni, individuando i migliori mercati e facendo attenzione alla comunicazione» spiega Giri. Il nostro è un prodotto dal potenziale di sviluppo enorme, che risponde a tutte le esigenze del consumatore. Serve organizzarsi e dar una svolta, partendo anche dal mercato italiano». Mercato italiano in cui il tardivo si inserisce partendo da una realtà quanto mai parcellizzata, in cui è spesso e volentieri la vendita diretta al consumatore a fare la differenza».
Fonte: La Tribuna di Treviso