Quando la politica e le associazioni di categoria arriveranno in concreto a una deburocratizzazione ragionata e vera a vantaggio del mondo del vino, che in Italia vuol dire piccole imprese e non enopoli o bottiglie primo prezzo, l’Italia potrà crescere in termini di economia, identità e occupazione con una forza trainante e senza eguali. «II vino è cultura e lo è profondamente nel nostro Paese, dove è parte della nostra storia e rappresenta il futuro dell’Italia». Non l’ha detto Carlo Petrini di Slow Food e nemmeno qualche super sommelier. L’ha detto Emma Marcegaglia, presidente dell’Università Luiss di Roma, aprendo i lavori, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dell’undicesimo Forum Internazionale della Cultura del vino.
E’ il caso di fare un breve ripasso rispetto a cosa rappresenti il mondo vitivinicolo nazionale: l’Italia è il primo produttore al mondo di vino e ha il primato mondiale per numero di varietà di uve; il 70% del vino italiano è prodotto a partire da uve autoctone. II comparto vinicolo inoltre modella il paesaggio italiano ed è quindi un settore che crea bellezza. Secondo una ricerca Unioncamere, se il vino made in Italy si muovesse tutto insieme superando i campanilismi e le lotte intestine, sarebbe il terzo brand al mondo. Questa è forse la sfida più stimolante per il neo ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio.
Bisogna però fare lo sforzo, che il suo predecessore non ha fatto, di passare dalle parole ai fatti. Oggi in una piccola azienda agricola dare lavoro costa troppo, incassare dai clienti in tempi certi (specie se si vende a valore) è complesso, fare business a livello internazionale richiede di affrontare una montagna di burocrazia, senza contare il numero spropositato di enti con cui un’azienda agricola deve relazionarsi. Tracciabilità vera e tutela sono imprescindibili, ma è sul resto che occorre intervenire per snellire il mare di carta che ogni piccola impresa deve produrre ogni anno: sono troppi gli organismi con cui un contadino deve interfacciarsi per legge. Serve una semplificazione subito. Dove c’è meno Stato cresce l’impresa e si moltiplicano investimenti e posti di lavoro.
Fonte: Libero