«Il Trentino deve rivendicare un ruolo di eccellenza nella produzione delle bollicine, bollicine di montagna: è una terra particolarmente vocata, tra i 200 e gli 800 metri d’altezza, con escursioni termiche tra giorno e notte, forte differenza di temperatura tra estate e inverno permettono all’uva di poter acquisire le caratteristiche ideali per una base spumante di qualità»: Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trento DOC, rivendica al territorio e alla capacità dei viticoltori il trend in costante salita della spumantistica trentina, arrivata a vendere nel 2016 8 milioni di bottiglie per un valore di circa 88 milioni di euro, con un incremento del +10% in quantità, ma ben del +14% in valore. Segno che il mercato apprezza in particolar modo le etichette migliori.
«E’ vero – racconta Zanoni – la conferma viene anche dal fatto che la crescita maggiore si è registrata tra millesimi e riserve con un incremento dei volumi del +16,6%». La Trento DOP è stata, nel 1993, la prima denominazione di origine controllata dedicata esclusivamente al Metodo Classico, ovvero con il sistema della rifermentazione in bottiglia, e le due O del nome nel logo, che sembrano ruotare, ricordano proprio il metodo del remuage, la tecnica di muovere le bottiglie durante maturazione, che, secondo il disciplinare, prevede dai 15 mesi minimi di sosta sui lieviti, fino a 30 mesi, ma le etichette più famose riposano molto più a lungo. Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco e Pinot Munier: sono i vitigni base che costituiscono il blend del Trento DOP, e la maggior parte delle uve sono allevate a pergola, tipica del Trentino, ottocento ettari che si estendono dal lago di Garda fino ai confini con l’Alto Adige, tra il tepore del lago e le possenti spalle delle Dolomiti, che conferiscono a queste bollicine eleganza, freschezza e persistenza.
«Il 20% si vende all’estero – racconta Zanoni – in particolar modo negli Usa, ora il nostro sforzo è aumentare l’export, con attività di promozione sempre più proiettate verso nuovi mercati. Ma senza mai perdere la presa sul nostro paese, dove, come dimostrano i risultati, ci sono sempre più palati esigenti».
Fonte: La Repubblica Affari&Finanza